Ieri l’Ufficio speciale della Regione Siciliana per la chiusura delle liquidazioni avrebbe già trasmesso alla presidenza un’istruttoria negativa, giudicando non idonee le numerose manifestazioni di disponibilità dei Dirigenti generali dei Dipartimenti regionali ad affidare contratti in house a Sviluppo Italia Sicilia.

E’ il grido d’allarme dei 76 lavoratori di Sviluppo Italia Sicilia e delle Rsa Fisac Cgil, First Cisl, Uilca Uil, Fabi che rivolgono un appello disperato al governatore Rosario Crocetta. 

I lavoratori di Sviluppo Italia Sicilia, giunti ormai allo stremo delle proprie forze e senza più nessuna prospettiva per il futuro, comunicano la sospensione di tutte le attività con effetto immediato e a tempo indeterminato e chiedono al presidente Crocetta di esercitare appieno il proprio ruolo di socio, rispetto alle sue direttive di risanamento della società e pagamento delle spettanze ai lavoratori o di garantire altrimenti la salvaguardia dei livelli occupazionali.

“Cosa è cambiato da un mese a questa parte, – chiedono i rappresentanti dei lavoratori – quando nella riunione tenutasi a Palazzo d’Orleans il 25 maggio scorso dalla presidenza della Regione fu deciso di tirare fuori la Sviluppo Italia Sicilia dalla liquidazione in base ad un piano industriale costruito sulle disponibilità dei Dipartimenti regionali ad affidare nuove attività alla Società, se oggi l’Ufficio speciale per la chiusura delle liquidazioni contesta proprio l’efficacia di queste manifestazioni di disponibilità?”.

“Che fine ha fatto l’assessorato al Lavoro, – aggiungono – che avrebbe dovuto affidare per legge a Sviluppo Italia Sicilia l’Avviso 7 quando questa non era ancora stata posta in liquidazione e che, ad oggi, rimane l’unico Dipartimento regionale a non avere onorato le direttive date dal Presidente della Regione nella citata riunione inviando una propria lettera di intenti?”.

Nel corso della riunione il presidente della Regione ha manifestato la volontà di revocare lo stato di liquidazione di Sviluppo Italia Sicilia e ha a tal fine richiesto alle Autorità di Gestione dei Programmi Operativi Fse, Fesr, Feasr e gli altri Dipartimenti regionali (Lavoro, Attività Produttive, Bilancio) di manifestare la propria disponibilità ad affidare nuove attività e ad onorare prontamente i propri debiti nei confronti della Società, i lavoratori di Sviluppo Italia Sicilia hanno sospeso lo sciopero e ripreso le proprie attività a pieno regime, azzerando i carichi di lavoro arretrati in tempi record, e questo nonostante non ricevessero lo stipendio da 12 mensilità e non abbiano continuato a percepirlo.

I lavoratori, quindi, attendevano fiduciosi che tutte i partecipanti al tavolo della presidenza rispettassero gli impegni assunti in quella sede. E invece, proprio quando il liquidatore Vincenti aveva convocato l’assemblea straordinaria per il 7 e 8 luglio per la revoca dello stato di liquidazione della Società, l’Ufficio Speciale per la chiusura delle liquidazioni dell’Assessorato Bilancio ha reso noto che l’assemblea non potrà avere luogo, perché non sarebbe stato rispettato il termine minimo dei 15 giorni necessari per l’istruttoria, richiedendo a tal fine l’invio di ulteriore documentazione.

“Alla luce dei fatti, dobbiamo ritenere la posizione dell’Ufficio Speciale per la chiusura delle liquidazioni totalmente pretestuosa – sostengono i rappresentanti dei lavoratori. – Mai ci saremmo aspettati che le valutazioni e le argomentazioni fatte dal Liquidatore (avvocato e docente universitario di Diritto commerciale), nominato in questo ruolo dallo stesso Socio, che attesta la sussistenza delle condizioni per la revoca dello stato di liquidazione della Società rispondendone davanti alla legge, trovassero l’opposizione in simili argomentazioni che disattendono totalmente la linea dettata dal Presidente della Regione, condivisa dallo stesso Assessorato Bilancio da cui l’Ufficio speciale dipende”.

 

Articoli correlati