Non sarebbe tutto merito dell’amministrazione comunale di Palermo la riduzione delle tariffe della Tari e ci sarebbero ancora numerose criticità legate al bilancio della Rap, la società partecipata che si occupa della gestione dei rifiuti in città, e al costo del servizio di raccolta e all’altra partecipata Palermo Ambiente, da anni in liquidazione. Lo sostiene  la vicepresidente vicaria del Consiglio comunale di Palermo, Nadia Spallitta.

“Il Consiglio comunale ha votato le tariffe della Tari per l’anno 2015 – spiega la Spallitta – prevedendo una loro parziale riduzione collegata al minor costo del servizio di raccolta dei rifiuti (stimato in 119 milioni di euro circa). L’anno scorso era stato stimato il costo del servizio in circa 123 milioni, nel 2016 il Governo nazionale ha ridotto l’Irap in capo alle aziende pubbliche, e quindi alla Rap, con una benefica ricaduta sui cittadini. Infatti la Tari è strettamente connessa e copre (a Palermo al 100%) il costo del servizio di smaltimento dei rifiuti. Il provvedimento, che comporterà comunque mediamente un risparmio di circa 20 euro per ogni utenza domestica (in relazione a una superficie di 120 metri quadrati) e con riferimento alle utenze non domestiche una riduzione pari al 3-4% rispetto all’anno precedente, presenta comunque numerose criticità”.

“In primo luogo, non essendo mai stati trasmessi in Consiglio comunale il bilancio, il budget e il piano industriale della Rap, non si ha effettiva contezza dei costi e della loro congruità. Per esempio non è ben chiaro se effettivamente anche il costo di Palermo Ambiente, società da anni in liquidazione e che comporta una spesa di oltre 3 milioni di euro, debba rientrare quelli coperti dalla Tari. Tra l’altro, non essendo state istituite le isole ecologiche, i cittadini non hanno potuto godere delle agevolazioni che la legge e il Regolamento comunale prevedono nei casi di raccolta differenziata”.

In particolare, sostiene la vicepresidente vicaria del Consiglio comunale di Palermo, “le agevolazioni legate alla raccolta differenziata, nel 2015, sono state pari a zero, mentre invece il costo del servizio della raccolta differenziata, che al momento riguarda solo una parte del territorio e circa 100 mila abitanti, è altissimo e pari a circa 11 milioni di euro, senza che per altro venga effettuata in maniera adeguata e abbia risultati significativi. La stessa raccolta differenziata, che per legge nel 2015 avrebbe dovuto raggiungere un indice del 50% circa, a Palermo registra una percentuale del 6-7%, in calo anche rispetto alla precedente Amministrazione. Tra l’altro, nell’immediato futuro, il mancato raggiungimento degli obbiettivi implicherà un aggravio della Tari a carico dei cittadini. L’Aula ha bocciato la mia proposta di prevedere una riduzione del 10% delle tariffe quale incentivo alla raccolta differenziata alla luce del fatto che i cittadini, in modo incolpevole (a causa della mancata istituzione delle isole ecologiche e a causa della mancata estensione del servizio all’intero territorio), non possono né accedere a un processo virtuoso per lo smaltimento, né godere delle relative agevolazioni”.

Un’altra criticità è rappresentata “dall’incerta destinazione delle maggiori somme introitate per la Tari dall’amministrazione rispetto all’effettivo costo del servizio. In particolare nel 2014 il costo è stato stimato in 128 milioni ed è stata prevista un’imposizione tariffaria tale da garantirne la copertura al 100%. Se non che, nel rendiconto 2014, le entrate effettivamente accertate e riscosse per la Tari risultano di circa di 132 milioni, 4 milioni in più rispetto a quanto stimato. Non è ben chiaro se queste somme siano state restituite sui cittadini ed eventualmente in che modo. Inoltre nel 2015 le tariffe erano stato rapportate a 123 milioni, ma nel 2016 si è accertato che il costo effettivo dl servizio è stato di 118 milioni (-5 milioni di euro). Non è ben chiaro se l’amministrazione abbia incamerato quindi maggiori somme rispetto all’effettivo costo del servizio e se tali somme debbano essere restituite in quanto, per legge, si può chiedere solo il 100% del costo servizio ma non di più. Infine è indubbio che, in costanza di tasse che comunque sono elevate, i cittadini non godono di un adeguato servizio. E’ indispensabile che la Rap migliori la raccolta e garantisca decoro e salubrità del luoghi”.