“Che fine hanno fatto gli introiti derivanti dell’imposta di soggiorno? La tassa di scopo, introdotta dal maggio 2014, è riuscita a portare nelle casse del Comune in circa tre anni qualcosa come tre milioni di euro. La vocazione turistica di Palermo rappresenta una discreta e regolare entrata per le casse di Palazzo delle Aquile che oggi, rispetto al passato, hanno a disposizione somme da destinare proprio ad interventi nel settore turistico. Ma il turismo, dalla tassa di soggiorno, non ha avuto niente”. E’ l’interrogativo che si pongono gli operatori ricettivi per bocca di Nicola Farruggio, vice presidente vicario di Confcommercio Palermo e presidente di Federalberghi Palermo.

“Se si escludono le somme impegnate per “Manifesta 18” – prosegue Farruggio – per le restanti risorse ed il conseguente impegno di spesa si conosce poco o nulla. La tassa di soggiorno va destinata unicamente ad iniziative a sostegno e sviluppo del turismo, un settore che malgrado gli aumenti dei flussi, non è certamente stato oggetto di investimenti ed iniziative.

“Noi operatori – continua Farruggio – ci saremmo aspettati, com’è giusto che fosse, la condivisione delle strategie d’investimento al fine di far fruttare un’opportunità tenuta in considerazione, probabilmente, solo per altre necessità. Così mentre Palermo sta vivendo una stagione turistica particolarmente favorevole con il segno positivo di arrivi e presenze, restano ancora numerose criticità che malgrado tutto risultano non ancora risolte. Se qualche anno fa – aggiunge il vice presidente vicario di Confcommercio Palermo – erano difficili da risolvere con le scarsissime risorse disponibili per il settore del turismo, così come anche le progettualità potevano restare esclusivamente nelle buone intenzioni e senza possibilità di realizzazione, da qualche anno lo scenario è mutato e non ci si può permettere più alcun alibi. Oggi, di fatto, le risorse per il turismo ci sono – dice Farruggio – e sono anche ingenti. Grazie infatti all’imposta soggiorno da tre anni si viene a generare un introito nuovo e cospicuo”.

“Altre somme – sottolinea Farruggio – sembrano non essere mai state di fatto utilizzate dall’Assessorato al ramo. A questo va aggiunto che iniziative di discutibile qualità, e camuffate come turistiche, sembrerebbero avere avuto sostegno grazie alla tassa. Nel frattempo in città continuano a mancare elementi di prima necessità indispensabili per una vera destinazione turistica”.

“L’introduzione della tassa, con un regolamento partorito e condiviso con le associazioni di categoria – spiega Farruggio – esempio di equità, formulato contemplando le diverse esigenze, nasce per dar vita a quel progetto comune sul turismo che mancava dove sistema ricettivo ed amministrazione, ognuno per la propria parte, erano impegnati per il raggiungimento del medesimo obiettivo. Un impegno che il sistema ricettivo fino ad oggi ha onorato mostrandosi sempre disponibile e propositivo anche a nuove progettualità, ma che si è dovuto scontrare con un muro di gomma del quale non si conosce la reale composizione”.

“E’ giunto il momento di fare chiarezza affinché ci si possa regolare di conseguenza per non far mal gestire delle risorse che, provenendo dal turismo, nel turismo devono essere reinvestite. Dove sono finiti questi soldi? Sono stati impiegati tutti? E’ necessaria ed indispensabile – conclude Farruggio – la costituzione di quella commissione mista mai istituita per l’utilizzo delle risorse, così come era stato previsto all’inizio”.