Nel giorno in cui il Teatro Biondo presenta la nuova stagione, si apre anche la discussione sul piano industriale, presentato questo pomeriggio sindacati. “Non siamo d’accordo su tanti punti, all’ottanta per cento il piano per l’Slc è ancora irricevibile, ma su alcuni aspetti come l’ottimizzazione delle risorse, e sull’attenzione agli appalti e alle commesse esterne, ragioniamo sulla stessa lunghezza d’onda.

“La Cgil – dichiara il segretario Slc Cgil, Maurizio Rosso, che ha preso visione del piano e ha ribadito il suo no a qualsiasi proposta di licenziamenti e a forme di ammortizzatori sociali – è pronta a un confronto su temi seri e concreti, che oggi abbiamo elencato, e non su tagli improvvisati che portano solo a un depauperamento economico e culturale del teatro. Ribadiamo la massima fiducia e stima ad Alajmo ed Emma Dante, fiori all’occhiello del teatro. E soddisfazione anche per il ruolo svolto da Scafidi, consigliere capace e disponibile al confronto sindacale. Siamo pronti ad aprire un percorso insieme, come quello che il sindacato ha faticosamente costruito al Massimo su una strada di sacrifici, facendo tornare il teatro sano e di serie A. La politica però svolga il proprio ruolo”.

Per scongiurare i licenziamenti, servirà un impegno serio e concreto che si traduca in risorse aggiuntive per gli esodi: sarà chiesta un’audizione alla seconda commissione Bilancio, in presenza dell’assessore al Turismo Barbagallo e dell’assessore alla Cultura del Comune di Palermo. “Si possono trovare le risorse aggiuntive per riorganizzare il lavoro e proporre un esodo incentivato, come si è fatto al teatro Massimo,per 24 persone, e alla Foss”, dice Rosso.

Un’altra proposta della Slc Cgil riguarda la strutturazione del debito del Biondo attraverso la creazione di un mutuo ad hoc con la garanzia dei soci per 2 milioni e mezzo circa di euro, strada percorsa anche questa con successo al Massimo.

Da riaprire c’è anche la discussione sull’integrativo aziendale. “Il taglio dell’integrativo è stato un errore madornale e lo dimostra la cifra ascoltata oggi in teatro dei 110 mila euro di straordinario pagati al personale – aggiunge Rosso – Una discussione seria sull’integrativo produrrebbe l’azzeramento dello straordinario, la riorganizzazione del lavoro con l’introduzione di nuove tecnologie e della polifunzionalità e l’aumento significativo della produttività”.

L’Slc chiede che il Biondo resti aperto anche nei mesi estivi e che utilizzi altre sedi come il Teatro di Verdura, gli atri dei palazzi e i teatri di pietra. “E’ intollerabile che il teatro rimanga chiuso a luglio, agosto e settembre alla luce dell’aumento del 30 per cento del turismo in Sicilia – aggiunge Rosso – Chi paga il danno di questa estate, delle migliaia di biglietti invenduti nei teatri di Taormina e a Segesta? Questa è improvvisazione, è un’idea folkloristica della politica, che poi chiede il conto ai lavoratori”.

E ancora l’Slc Cgil ha posto il tema di una programmazione triennale e della necessità del teatro di poter contare su risorse certe, sganciate dai bilanci di Comune, Regione, Stato. “La politica non può decurtare ogni anno le somme da stanziare. Le risorse devono essere esigibili per consentire a teatri così importanti di poter contare su una programmazione triennale che consenta di scegliere gli affitti e le produzioni migliori con un costo minore da un lato, e dall’altro di rivolgersi a tutto il mondo attraverso agenzie, social network e operazioni di marketing per vendere tutti i posti disponibili del teatro”.

Risparmi significativi per il teatro potranno arrivare attraverso un’attenzione “certosina e spasmodica” nei confronti degli appalti e delle commesse esterne. “Serve in questo settore una trasparenza straordinaria. Ancora esistono servizi, come il portierato, appaltati all’esterno, che si possono internalizzare – aggiunge Rosso – Si può puntare a un piano di collaborazione tra teatri locali, regionali, nazionali, internazionali, che riduca i costi di produzioni e che produca contaminazioni significative di abbonati e quindi maggiori ricavi e vendite comuni”.

Infine, il tema della vendita delle opere prodotte, la ricerca degli sponsor, i bookshop. E gli investimenti nel campo della formazione del personale, per l’accesso alle nuove piattaforme multimediali. Piani di formazione continua e costante per attività di marketing, di social network, di vendita, di pubblicità, e la tanto attesa digitalizzazione degli archivi, attingendo ai fondi europei per l’Europa creativa.

“Auspichiamo un confronto su questi temi concreti e sul fatto che il teatro sia sempre aperto non si tagli costantemente sull’attività culturale ma si promuova sempre più un’offerta culturale e un’offerta di occupazione – conclude Rosso – Si tratta di attività culturali che una città ha l’obbligo di avere. Non parliamo solo di investimenti, di economia e finanza. Ma sono soprattutto ricavi contro la mafia, il malaffare, il degrado, l’ ignoranza, la corruzione e la crescita che la città metropolitana di Palermo ha obbligo di creare. Solo cosi si raggiungono quegli standard europei che qualche politico declama sempre ma non ha coraggio di mettere in campo”.