Ogni giorno sentiamo dire che in Sicilia potremmo vivere di turismo.
Un ormai abusato luogo comune diventato anche ‘nonsense’, perché in Sicilia chi dovrebbe investire non lo fa.

Bellezze storiche, archeologiche, naturali e paesaggistiche che potrebbero fare da volano all’economia e che invece magari pochi conoscono. Progetti che rimangono nel cassetto e che mai vedono la luce. E i pochi investitori, quando ci sono, vengono tentati dal desiderio di mollare tutto.

Nel 2011 il Comune di Geraci Siculo, ridente cittadina delle Madonie, famosa per le proprietà benefiche delle acque che sgorgano copiose da una fonte naturale, ha emanato un bando per la creazione di un albergo termale con caratteristiche simili a quelle di Fiuggi.

L’albergo, previsto dal bando e vinto dall’imprenditore Antonio Mangia, padron della società Aereoviaggi, non è stato ancora realizzato per problemi tra il comune di Geraci Siculo e l’Assessorato all’Energia della Regione.

Una vicenda assai travagliata che Mangia ha raccontato in una lunga intervista su Il Caleidoscopio delle Madonie.

 

Mangia ripercorre, con non poca amarezza, quanto accaduto. “Il Comune di Geraci Siculo ha emanato un bando nel 2011 per la realizzazione di un centro termale che per due volte è andato deserto. Alla terza, abbiamo presentato un’unica offerta da parte della mia società che l’ha vinto di conseguenza. Tuttavia, abbiamo acquisito il terreno per trecento mila euro, ma non possiamo procedere alla costruzione senza le acque termali che ne costituiscono l’essenza stessa del progetto. Senza di questo, il terreno non vale la spesa fatta”.

In pratica l’assessorato all’Energia non ha concesso l’utilizzo delle acque. L’imprenditore ne spiega i motivi: “Sono emerse delle divergenze tra il Comune e l’Assessorato che non si sono accordati sul bando. Sarebbe stato meglio, a questo punto, che il comune non lo emanasse. Senza l’autorizzazione dell’Assessorato, non possiamo usare le acque e non abbiamo ricevuto risposta alle nostre richieste, nonostante le abbiamo sollecitato più volte. D’altro canto, il comune, finora, non si è adoperato per sciogliere questo nodo”.

Eppure, il centro termale, una volta completato, sarebbe una occasione di sviluppo per il territorio non indifferente. “Potrebbe occupare fino a quaranta persone – chiarisce ancora Mangia – senza contare che l’indotto ne occuperebbe di più tra servizi e forniture. Inoltre, il centro avrebbe apportato non pochi benefici allo stesso comune e allo Stato con le tasse pagate. Si muoverebbe un’economia non da poco per quel territorio”.

La situazione attuale, purtroppo, non lascia ben sperare: “Al momento è tutto fermo, il comune non si muove e men che mai l’Assessorato che non emana quest’autorizzazione. Finora, il comune ha chiesto novanta mila euro, ma se questo nodo non sarà sciolto, non potremo procedere alla costruzione del centro perché, senza le acque, non avrebbe senso costruirlo”.

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