Gli invasi sono vuoti e il ritorno alla distribuzione idrica a giorni alterni sembra ormai inevitabile. Non sono rassicuranti per la città di Palermo le notizie che arrivano dall’Amap, l’acquedotto della città che serve anche parte dei paesi della provincia.

“La situazione è a dir poco drammatica – ammete il presidente dell’Amap Maria Prestigiacomo – le dighe che servono il palermitano sono quasi tutte vuote. Non piove. Non ha piovuto l’anno scorso e non ha piovuto quest’anno. Noi abbiamo fatto tanto in questi anni come il riallaccio di Scillato. Più di recente per fronteggiare la crisi abbiamo riattivato tutti i nostri pozzi di prelevamento e abbiamo aggiunto un’altra pompa a Rosamarina”.

Ma le azioni intraprese non bastano per mettere insieme abbastanza acqua per far fronte alle esigenze della città “saremo purtroppo costretti a razionalizzare l’acqua dando vita ad una nuova turnazione. Cis tanno lavorando i tecnici. Ancora non sappiamo se la città sarà divisa in tre o quattro zone. Solo dopo aver definito questa divisione potremo valutare i turni e la loro durata”.

L’ultima parola sarà detta giovedì durante un vertioce convocato alla Regione siciliana e nel quale s farà il punto definitivo. L’Amap spera in un intervento che possa evitare il razionamento “Ringraziamo intanto la Regione siciliana – dice Prestigiacomo – che ha avuto al sensibilità di accettare la nostra richieste di stato di calamità naturale per mancanza di pioggia e aspettiamo che il governo nazionale accetti questa richiesta”.

Intanto si cerca di tamponare l’emergenza “Stiamo portando acqua a nuovo Scillato da Presidiana perchè deve essere miscelata, non è un’acqua altrimenti utilizzabile. Stiamo affittando altri sei nuovi pozzi che ci porteranno altri 200 litri secondo da distribuire ma sappiamo già che la portata degli invasi dovrà essere ridotta di 300 litri secondo e questo ci porterà necessariamente alla turnazione”

La situazione è talmente complessa che si pensa di ricorrere addirittura alla dissalazione “Stiamo lavorando di concerto con la Regione in questa direzione. Noi abbiamo pensato a un dissalatore nella cposta Nord che attualmente è servita solo dall’invaso Poma e poi a un dissalatore per la costa Sud e infine abbiamo già il progetto preliminare per il dissalatore di Molara che sarebbe poi quello che serve all’acquedotto di Presidiana”.

Per mettere in piedi queste opere e renderle funzionanti, però, ci vorrà tempo e denaro “Intanto dobbiamo pensare a risparmiare l’acqua e non c’è altro modo di farlo che la turnazione”.

La speranza resta legata alle condizioni atmosferiche “Se comincia a piovere alla fine di gennaio il razionamento si potrebbe evitare. Deve piovere almeno 25 millimeti d’acqua per 10 giorni anche a febbraio e marzo per poter scongiurare il ritorno alla distribuzione a giorni alterni”.

Secondo l’ultimo rilevamento, aggiornato a ieri e riportato sul sito dell’azienda idrica, i quattro invasi hanno riserve ridottissime. In quello di Piana degli Albanesi sono stoccati 2.941.000 metri cubi, ossia 11,1% della portata complessiva (erano 3.168.000 metri cubi la settimana prima); l’invaso Poma dispone di 9.586.000 metri cubi, 15,6%; lo Scanzano 2.030.000 metri cubi, il 17,86%; il Rosamarina 20.309.000 metri cubi 21%.

L’Amap, intanto, informa che, dietro sollecitazione del Comune di Palermo e di Amap,  il governo Regionale ha chiesto, al governo Nazionale, lo stato di calamità.  “Nella considerazione che, il Consiglio dei Ministri, tratterà l’argomento in data odierna, si ritiene corretto aspettare le risultanze del Consiglio Dei Ministri, per prendere qualsivoglia decisione. La dichiarazione dello stato di calamità porterebbe ad una accelerazione dell’iter per la realizzazione di nuove opere che potrebbero risolvere il problema della crisi idrica”.

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