“E’ l’organizzazione che sceglie i propri membri e questi sono costretti a farne parte. Non c’è volontà e libero arbitro nella struttura Black Axe”. Lo ha detto Carmine Mosca vice questore della squadra mobile di Palermo che seguito da vicino le indagini.

“E se non accetti è la violenza a fare cambiare idea e la minaccia di fare del male ai partenti in Niger – aggiunge Mosca – Chi non accettava le regole veniva picchiato e violentato”.

E’ successo ad un uomo che per una notte è stato oggetto di violenza sessuale con un tubo di ferro e con uno stuzzicadenti infilato nell’uretra. I particolari dell’inchiesta che ha portato ai fermi sono raccapriccianti. Torture e violenze sessuali terribili ai danni di coloro che si rifiutavano di affiliarsi alla organizzazione mafiosa.

“La violenza veniva usata anche contro le donne – aggiunge Mosca – che non volevano prostituirsi. Tre sono state liberate nei giorni scorsi nel corso di una nostra operazione”. L’organizzazione garantiva il rispetto delle “regole” interne e la sicurezza dei suoi principali membri attraverso il suo braccio armato, “Bucha” o picchiatore.

E’ stato un pentito a svelare i segreti della mafia nigeriana in Italia, che fa capo ai Black Axe. Ad agosto, un giovane componente del gruppo, arrestato e condannato, è stato convinto dagli investigatori della squadra mobile di Palermo a collaborare con la giustizia.

Dichiarazioni importanti le sue: il primo pentito della mafia nigeriana ha svelato i nomi dei componenti di una “cupola” nazionale: il personaggio più autorevole, Festus Pedro Erhonmosele, è stato fermato a Padova. A Palermo, operava il “ministro della difesa” dell’organizzazione, Kenneth Osahon Aghaku, quarta carica nazionale, a cui era demandata la gestione delle punizioni dei disubbidienti, era in costante contatto con i vertici dei “forum” italiani.

L’indagine, coordinata dai sostituti procuratori Sergio Demontis e Gaspare Spedale, dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci, ha consentito di azzerare i vertici dell’organizzazione criminale e di ricostruirne la struttura verticistica basata su rigide regole fatte di “battesimi”, riti di affiliazione dei membri e precisi ruoli all’interno del sodalizio.

I NOMI E LE IMMAGINI DEI FERMATI