Quattro milioni e 252mila euro sottratti al fisco, fatture per operazioni inesistenti per un milione e 350mila euro, 5 imprese “mascherate” da onlus e 19 denunciati per reati tributari.

E’ un bilancio pesante quello che ha riguardato le verifiche della Guardia di finanza di Siracusa sulle strutture provinciali di accoglienza per migranti: individuati due evasori totali ed un evasore paratotale ed avanzata la richiesta di sequestro per equivalente per poco meno di un milione di euto, esattamente 920 mila euro.

Nel 2014 il procuratore capo Francesco Paolo Giordano aveva dato mandato alle Fiamme gialle aretusee  i controlli a carico di alcuni soggetti riconducibili a Salvatore Buzzi e Massimo Carminati, indagati nell’ambito di “Mafia Capitale”: dalle indagini è emerso un collegamento tra i personaggi dell’indagine romana e un centro di accoglienza gestito in consorzio con una società siracusana. In particolare, partecipanti del consorzio risultavano essere le cooperative sociali capitoline “Eriches29” ed “ABC”.

Il prefetto di Siracusa in considerazione delle gravi e reiterate violazioni in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto, ha decretato l’esclusione di una onlus dalla procedura di gara volta alla definizione di un accordo quadro tra la prefettura e piu’ soggetti economici operanti nella provincia per assicurare i servizi di accoglienza ai migranti richiedenti protezione internazionale, per l’anno 2016.

Le indagini hanno trovato riscontro iniziale nei dati del secondo semestre del 2013, quando un enorme flusso di immigrati, 113 sbarchi con circa 13.300 arrivi, ha coinvolto le coste Siracusane, da Portopalo di Capo Passero a Capo Murro di Porco. Flusso di immigrati aumentati nel 2014, anche in considerazione dell’avvio prima dell’operazione “Mare Nostrum” e successivamente di “Triton” e “Triton 2015”, operazioni internazionali che hanno permesso di fornire assistenza, al 31 maggio, a circa 87.000 immigrati, con provvedimenti restrittivi della liberta’ personale, dal 2013 ad oggi, nei confronti di 230 indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Gli immigrati giunti sul territorio, hanno avuto bisogno sin da subito di un’adeguata assistenza, dal momento dello sbarco fino al loro trasferimento nei centri di prima accoglienza e nelle strutture del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati: assistenza che per due annualità (2013 e 2014) ha comportato un esborso di 13.900.000 euro. Questa situazione, nuova e non prevista, emergenziale, ha creato un collegamento con la prefettura aretusea che ha chiesto alla Guardia di finanza, sin dai primi eventi del secondo semestre 2013, approfondimenti e controlli di natura amministrativo contabile sulle strutture temporanee di accoglienza.

I controlli hanno riguardato le spese sostenute ed il loro inquadramento in specifici centri di costo. I finanzieri, in tale contesto investigativo, hanno rilevato irregolarita’ sull’inquadramento giuridico-fiscale delle prestazioni di servizio rese, in particolare sulla corretta applicazione dell’Iva. Si e’ trattato cosi’ di appurare le dinamiche decisionali e gestionali all’interno di ciascuna associazione che gestiva i centri di accoglienza; riscontrare le modalità delle prestazioni di servizio e somministrazione dei beni oggetto dei rapporti convenzionali prima, e di appalto dopo, instaurati con la prefettura. Le verifiche ad associazioni e enti non commerciali (societa’ cooperative, onlus) hanno permesso di individuare un vero e proprio fenomeno di evasione. E’ stata disconosciuta, in carenza dei requisiti di legge per poter usufruire di agevolazioni contabili e fiscali, la natura giuridica di ente associativo noprofit.

I soggetti economici sono stati pertanto inquadrati nella reale natura di impresa commerciale con ricostruzione del volume d’affari e recupero a tassazione delle imposte dovute in tutti i settori impositivi. L’attività fiscale, inoltre, ha fatto emergere fatture per operazioni inesistenti emesse da società che hanno fittiziamente eseguito lavori di ristrutturazione, reso servizi di pulizia, fornito frutta e capi di abbigliamento, nei confronti dei soggetti controllati.