Cosa Nostra ha aiutato gli Alleati nello sbarco del 1943? E se sì, quale vantaggio avrebbe ottenuto? Siamo all’inizio del 1986, Michele Sindona è alla sbarra per l’omicidio di Giorgio […]

Si sono presentati in caserma ai Carabinieri di Monreale per presentare formale denuncia affinché vengano effettuate indagini per fare luce sulla morte del loro caro di appena 31 anni

Il delitto sarebbe stato commesso dall'ex suocero dell'imprenditore per diverbi economici connessi alla separazione fra Lupo e la moglie

L'uccisione di Salvatore Lupo, ex presidente del consiglio comunale era pianificata e programmata. La vittima sarebbe stata seguita.

Nell'ultimo periodo sarebbero però sorti anche contrasti economici sul patrimonio tra l'uomo e la ex moglie

Difficili le indagini dei carabinieri. Il paese si è chiuso nell'omertà. la pista privilegiata: quella di dissidi personali ed economici della vittima.

I carabinieri stanno acquisendo e guardando le immagini dei sistemi di videosorveglianza presenti nella zona di via IV Novembre.

L'ex presidente del consiglio comunale di Favara (Agrigento), Salvatore Lupo, è stato ucciso con due colpi di pistola mentre si trovava nei pressi di un bar di via IV Novembre.

L'esame si terrà venerdì prossimo nell’ospedale civile di Frosinone. “Abbiano chiesto – ha dichiarato il legale Salvino Caputo, che condivide la difesa con gli avvocati Mauro Torti e Valentina Castellucci – anche la presenza di uno specialista in tossicologia per chiarire qualunque causa del decesso".

E’ morto nel carcere di Frosinone dove stava scontando una pena per mafia Salvatore Lupo, 31 anni, della cosca di Monreale in provincia di Palermo.

Sono due le tentate estorsioni e un’intimidazione contestate nell’ordinanza del gip di Palermo ai sei raggiuti da un’ordinanza di custodia cautelare.

Sono due le tentate estorsioni e un’intimidazione contestate nell’ordinanza del gip di Palermo ai sei raggiuti da un’ordinanza di custodia cautelare.

I mafiosi di San Giuseppe Jato aspettavano che il "papa", Sergio Damiani, panettiere in carcere per una condanna per mafia uscisse dal carcere per consegnargli lo scettro del mandamento.

I mafiosi di San Giuseppe Jato aspettavano che il "papa", Sergio Damiani, panettiere in carcere per una condanna per mafia uscisse dal carcere per consegnargli lo scettro del mandamento.

La nuova inchiesta avrebbe fatto emergere che ai dipendenti della "Cooperativa sociale Suami - Onlus" prima venivano accreditati su conto corrente le mensilità dovute e poi, con carte bancomat intestate proprio agli stessi dipendenti, l'amministratore unico della coop, Salvatore Lupo, avrebbe prelevato la metà degli stipendi.