Alla presenza dei giornalisti, delle autorità civili e militari, degli operatori dei centri di accoglienza, delle associazioni di volontariato, il presidente della cooperativa sociale Badia Grande, Antonio Manca, e il sindaco uscente della città di Trapani, Vito Damiano, hanno tagliato il nastro della saletta che ospita Radio Openvoice, presso il centro polivalente per l’integrazione degli stranieri.

“Apriamo Trapani al mondo” è la frase che Damiano ha scritto sulla parete dedicata ad accogliere le firme di tutte le persone che saranno ospiti della programmazione della radio, trasmessa su piattaforma Spreaker.

Nella data in cui ricorre la giornata mondiale del rifugiato, e ad un anno esatto dall’assegnazione dell’immobile confiscato alla mafia alla cooperativa, ci si è ritrovati attorno al tema della comunicazione. Ad aprire i lavori sono stati Concetta Caruso, vicario della Prefettura, e Francesco Tortorici, presidente della commissione territoriale di Trapani per il riconoscimento della protezione internazionale.

Il convegno, in programma, dal tema “Microfono e cuffie per abbattere le differenze: evoluzione ed efficacia della radio, sul web, per divulgare oltre …”, che è valso come corso formativo per i giornalisti, ha visto gli interventi del capo redattore Tgr Sicilia, Roberto Gueli, che ha raccontato dell’esperienza televisiva nel seguire il fenomeno degli sbarchi, con un presidio Rai permanente a Lampedusa, e l’attenzione degli spettatori per l’ultraventennale trasmissione “Mediterraneo”, dedicata ai popoli che si affacciano su questo mare.

Gueli ha sollecitato i colleghi a non soffermarsi soltanto sui numeri degli arrivi ma a puntare alle storie di vita che accompagnano ogni sbarco. Ha parlato della degenerazione del giornalismo quando mira alla spettacolarizzazione della notizia, la professoressa Francesca Rizzuto, docente di sociologia dei processi culturali e comunicativi dell’università di Palermo, facendo notare che, spesso, la logica commerciale prevale sulla realtà. Paola Caridi, giornalista e scrittrice esperta di Medio Oriente, ha presentato il tema dall’altro punto di vista, quello dello straniero, ponendo domande di come gli altri popoli vedono noi italiani, cosa conoscono della nostra cultura. Da lei, arriva l’invito all’uso di una terminologia appropriata, poiché, spesso, vocaboli errati sono l’esito di una mancanza di conoscenza o dei cambiamenti culturali.

Il giornalista Max Firreri ha presentato il reportage su Lampedusa, andato in onda su Tv2000, dove, fra le altre, è stata raccolta la testimonianza del pescatore che partecipò ai soccorsi nel naufragio del 2013. Nel corso degli interventi è stato realizzato un collegamento telefonico con lo Sprar Barcellona Pozzo di Gotto, dove gli operatori e i ragazzi ospiti dei centri hanno incontrato e intervistato il sindaco e amministrazione sulle prospettive future per l’accoglienza e l’integrazione.

Una mattinata di riflessioni sull’immigrazione e la comunicazione, in cui sono emersi dati aggiornati sull’arrivo degli immigrati, che ammontano a 20 mila persone sbarcate lo scorso anno a Trapani; sono state tracciate le linee guida di una comunicazione che non deve essere solo cronaca e dramma. A chiusura dei lavori, è stato toccato anche l’aspetto dell’emotività, collante di tutti gli argomenti trattati, perché insito nell’animo umano.

A supporto dell’attività di Badia Grande e a rafforzare il senso della giornata mondiale del rifugiato con un appello all’amore incondizionato, è arrivato il video messaggio dell’artista Numa, ambasciatrice per il Giubileo dell’educazione e madrina Unicef, che ha presentato il progetto musicale da lei interpretato, a supporto dei popoli che vivono perseguitati dalle guerre, dal titolo “Promised Land – Noi siamo amore”, scritto da Phill Palmer e Paul Bliss.