La recente visita del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi non ha tranquillizzato i Palermitani e non è li ha rassicurati rispetto al fenomeno della violenza dilagante in città. Sono stati elencati freddi numeri che purtroppo non fotografano la realtà che ogni giorno vivono i cittadini, i turisti e i commercianti».
A dirlo è Alfonso Alaimo, coordinatore regionale di Alternativa Popolare in Sicilia, il partito il cui segretario nazionale è Stefano Bandecchi, riferendosi alla visita del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a Palermo.
«Leggere – continua Alaimo – di un calo del 13 per cento dei reati o di un agente ogni 190 abitanti, serve forse a rassicurare le istituzioni nazionali, ma non consola chi a Palermo ha paura ad attraversare la propria strada la sera o chi ha smesso di denunciare per rassegnazione. Palermo non è un file Excel: è una città ferita, dove l’illegalità dilaga, dove lo Stato ha perso il presidio del territorio e la violenza metropolitana ha preso il sopravvento, I cittadini non chiedono miracoli, ma azioni concrete, visibili, urgenti. E invece, sentiamo parlare di zone rosse senza alcuna chiarezza o di telecamere che “arriveranno”. Ma chi vive in città ha bisogno di sicurezza adesso».
«Alternativa Popolare – conclude Alaimo – da tempo indica una strada chiara: l’impiego dell’esercito come misura straordinaria, ma necessaria, per riportare ordine e legalità. È una proposta che ribadiamo da mesi e che purtroppo continua a cadere nel vuoto, ignorata da chi preferisce rincorrere il consenso a parole, invece di affrontare il problema alla radice. Palermo ha bisogno di risposte, non di rassicurazioni. Ha bisogno di presenza, non di statistiche. Ha bisogno di coraggio, non di attese».
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