Il governo regionale non cambierà il proprio percorso che vede nei termovalorizzatori il fulcro dell’azione per uscire dall’eterna emergenza rifiuti. E’ la sostanza di quanto scritto nel dossier sul piano rifiuti che la Regione manda alla Corte dei Conti rispondendo alle richieste di chiarimenti. Un dossier dettagliato che punta a spiegare perché i termovalorizzatori sono perfettamente in regola dal punto di vista procedurale e perfettamente allineati alle esigenze sia di incenerimento che sul fronte ambientale. Gli impianti sono identici a quelli realizzati e funzionanti nella maggior parte dei Paesi europei e dunque non c’è motivo che abbiano un impatto ambientale a Palermo e Catania diverso rispetto a Copenaghen  alla Germania.

Gli ambientalisti all’attacco

Ma ad approfittare della valutazione in corso da parte della Corte dei Conti saranno gli ambientalisti che intravedono uno spiraglio per tentare di bloccare tutto. Legambiente Sicilia, WWF Sicilia, Zero Waste Sicilia e Federconsumatori Sicilia hanno, così, depositato  presso la Corte dei conti – Sezione di controllo per la Regione siciliana – una loro dettagliata relazione tecnica nell’ambito del contraddittorio relativo alla gestione del ciclo dei rifiuti, all’economia circolare e alle politiche ambientali regionali.

 La posizione delle associazioni

Le associazioni, nella relazione tecnica mettono in evidenza una serie di passaggi che bollano come incongruenze degli atti regionali e commissariali durante la gestione ordinaria ed emergenziale.

Le richieste delle associazioni

Alla luce delle valutazioni su sovradimensionamento e genericità del piano rifiuti  le associazioni chiedono alla Corte dei conti di accertare le responsabilità contabili connesse alla persistente mala gestione del settore; sollecitare misure correttive per riallineare la Sicilia agli obiettivi europei di economia circolare e riduzione del conferimento in discarica e incenerimento; garantire che le risorse pubbliche siano impiegate in modo efficiente e trasparente, privilegiando prevenzione, riuso e riciclo rispetto a soluzioni di fine ciclo costose e dannose.

Fermare tutto per l’ennesima volta

Le associazioni chiedono, di fatto, di fermare tutto per l’ennesima volta  sostenendo che “La Sicilia non può permettersi di restare prigioniera di un’emergenza infinita – dichiarano congiuntamente le associazioni – e di sprecare ingenti risorse pubbliche per alimentare un ciclo che appartiene al passato. È necessario voltare pagina, adottando un modello virtuoso fondato su economia circolare, prevenzione e riduzione della produzione dei rifiuti, impianti per il recupero di materia e trasparenza nella gestione delle risorse pubbliche”.