Anche l’ultimo degli ex Pip ha firmato il suo contratto di lavoro stabile anche se non a tempo pieno. Si è concluso ieri il lunghissimo iter di stabilizzazione degli appartenenti alla categoria dei piani di inserimento, lavoratori che nel tempo sono stati anche oltre 3000 utilizzati da ogni amministrazione pubblica dietro al pagamento di un sussidio, senza contributi e senza ferie o diritti riconosciuti.
Si chiude, così, una pagina di precariato durata esattamente 25 anni anche se adesso si apre la battaglia per portare tutti a 36 ore. Una battaglia che non sarà semplice visto che tutti sono impiegati attraverso la Sas, la società controllata dalla regione, che li distribuisce fra Enti locali, asp, ospedali, scuole attraverso convenzioni specifiche.
Calabrò “Nozze d’argento coronate da stabilizzazione”
“Considerate che quest’anno, il primo di agosto, i pip hanno compiuto le nozze d’argento con il loro precariato. 25 anni di precariato” ricorda Mimma Calabrò oggi assessore comunale alle Attività sociali ma in quegli anni segretario generale della Fisascat Cisl che ha seguito l’intera vertenza.
“Questo fine settimana è servito proprio a questo e abbiamo messo un punto definitivo a una situazione veramente incancrenita nella quale la dignità di queste persone è stata veramente, veramente lesa. Sono veramente contenta. Io sto vivendo con gioia questo momento perché sono insieme a tutti coloro con i quali abbiamo vissuto le battaglie di strada. Quanto caldo abbiamo preso per strada, negli scioperi, nelle manifestazioni, quanta pioggia abbiamo beccato, quanto vento, quanti sacrifici. Ma finalmente oggi possiamo dire che sino all’ultimo dei lavoratori ex Pip finalmente è stato stabilizzato”
Cosa faranno questi ormai ex precari
“Negli anni questi lavoratori sono stati impiegati in mille rivoli dell’amministrazione pubblica. Hanno fatto i “tappa buchi” svolgendo mansioni spesso che non competevano loro ma hanno accettato incarichi spesso anche impropriamente pur di lavorare, pur di stare aggrappati alla speranza della stabilizzazione. Ora ciascuno ha un incarico, un ruolo nell’amministrazione,. sono tutti inseriti nelle fasce più basse dell’amministrazione, le categorie A e B anche se alcuni sono perfino laureati e presteranno il loro servizio presso i dipartimenti, gli assessorati, gli ospedali e chi più ne ha più ne metta”.
“Bisogna riconoscere che in tanti hanno contribuito a questo risultato e io dico grazie alla buona politica. Poi i cialtroni che sono passati ce li lasciamo alle spalle. Ma la buona politica ha fatto tanto. E in ultimo ma non per ultimo sono stati fondamentali le azioni di Marcello Caruso e soprattutto del Presidente Renato Schifani”.
Di precari da stabilizzare ce ne sono altri ma questo era il bacino più grande e complesso. Ma adesso la stagione del precariato va veramente verso la sua reale chiusura.






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