A distanza di 12 anni la famiglia di Mario Biondo, il cameraman palermitano trovato impiccato a Madrid, continua a chiedere con forza la verità. Il 30 maggio 2013 l’allora 30enne venne trovato morto nel suo appartamento della capitale spagnola: a distanza di anni, l’Audencia provincial di Madrid, ha riconosciuto gravi negligenze nelle indagini mettendo in dubbio l’ipotesi di suicidio del giovane siciliano.
E’ proprio durante una conferenza stampa a Barcellona che, Pippo Biondo e Santina D’Alessandro, affiancanti dall’avvocata spagnola Leire Lopez dello studio Vosseler Abogados, hanno annunciato nuove iniziative legali per ottenere la riapertura del caso.
Caso “passato in giudicato”
“Questa decisione provoca sentimenti contrastanti di soddisfazione, perché per la prima volta conferma quello che abbiamo sempre sentito nel cuore, che Mario non si è suicidato. Ma anche di gratitudine per tutti quelli che sono rimasti al nostro fianco in questi anni, e di speranza che la verità possa finalmente venire a galla” dichiara il padre di Mario.
L’ipotesi di negligenze durante le indagini avrebbe potuto riaprire il caso per eseguire ulteriori indagini, tuttavia la Corte spagnola ha respinto la richiesto di riaprire il procedimento ritenendo il caso ormai “passato in giudicato”.
La famiglia continua a cercare la verità
Una decisione che non ferma la famiglia nel cercare la verità: alla domanda su eventuali sospetti, la madre, Santina D’Alessandro ha risposto: “Se solo avessi un video di quella notte, potrei dire cosa è successo davvero. So soltanto che qualcosa è accaduto, e non smetteremo di cercare la verità”.
Una verità che attualmente, secondo quanto finora stabilito dalla giurisprudenza, non convince i familiari di Mario Biondo: “Questa dichiarazione è un riconoscimento della nostra lunga battaglia per la verità – ha detto Pippo Biondo – ci hanno negato una giustizia completa ma continueremo a chieder chi ha ucciso nostro figlio e perché”.
“Violazione dei diritti fondamentali alla tutela giudiziaria”
Non si arresta la battaglia portata avanti dalla legale Leire Lopez: si proseguirà attraverso la presentazione di un incidente di nullità per violazione dei dritti fondamentali alla tutela giudiziaria, un primo passo verso un eventuale ricordo al Tribunale costituzionale spagnolo. E se anche questo dovesse fallire, il caso verrà portato avanti alla Corte europea dei diritti umani.
“La sentenza del Tribunale di Palermo del 2022 – ha sottolineato la legale – non accusa né assolve nessuno, ma evidenzia incongruenze e prove che fanno pensare che Mario non si sia tolto la vita. E’ ora che qualcuno risponda di ciò che accadde quella notte”.






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