Sale la tensione tra Kabul e Islamabad: violenti scontri al confine e accuse reciproche aggravano lo scenario già instabile della regione.

La notte tra sabato e domenica è stata teatro di uno degli scontri più intensi degli ultimi anni tra Afghanistan e Pakistan. Secondo le autorità afghane, 58 soldati pachistani sarebbero stati uccisi in una serie di operazioni militari condotte lungo il confine, in risposta a quelli che Kabul definisce come “ripetute violazioni del proprio territorio e del proprio spazio aereo”.

Le notizie, frammentarie e difficili da verificare, raccontano di una situazione al limite, con attacchi incrociati, accuse reciproche e un’escalation che rischia di infiammare ulteriormente una regione storicamente instabile.

Una rappresaglia annunciata

Secondo il portavoce del governo talebano, Zabihullah Mujahid, “le forze armate afghane hanno catturato 25 postazioni dell’esercito pachistano, uccidendo 58 soldati e ferendone altri 30”. Le dichiarazioni sono arrivate tramite un post pubblicato su X e confermate in una successiva conferenza stampa a Kabul.

Il motivo scatenante sarebbe stato, sempre secondo le autorità afghane, una serie di bombardamenti che il Pakistan avrebbe condotto giovedì e venerdì in varie zone dell’Afghanistan, inclusa la capitale Kabul e un mercato nell’est del Paese. Attacchi che Islamabad non ha ufficialmente rivendicato, ma che secondo Kabul costituirebbero una grave violazione della sovranità nazionale.

Violenti scontri lungo la Durand Line

La cosiddetta Durand Line, la linea di confine lunga 2.611 chilometri che separa i due Paesi, è da tempo un punto di frizione. L’Afghanistan non ha mai riconosciuto ufficialmente questa frontiera, tracciata nel 1893 dall’Impero britannico. Oggi, è diventata il fulcro di un conflitto che rischia di degenerare.

Un funzionario della sicurezza pachistano, rimasto anonimo, ha confermato che le forze afghane hanno aperto il fuoco in più zone della provincia di Khyber Pakhtunkhwa, colpendo i distretti di Chitral, Bajaur, Mohmand, Angoor Adda e Kurram. La risposta dell’esercito pachistano è stata immediata, con uso di armi pesanti nella regione di Tirah e nella provincia afghana di Nangarhar.

Islamabad: “Risposta forte ed efficace”

La reazione di Islamabad non si è fatta attendere. Il primo ministro Shehbaz Sharif ha condannato fermamente gli attacchi, accusando le autorità talebane di permettere che il loro territorio venga utilizzato da “elementi terroristici”, in particolare appartenenti al gruppo Tehreek-i-Taliban Pakistan (TTP), responsabile di numerosi attentati all’interno del Paese.

“Non ci saranno compromessi sulla difesa del Pakistan e ogni provocazione incontrerà una risposta forte ed efficace”, ha dichiarato Sharif. Le autorità pachistane affermano di aver distrutto diverse postazioni afghane e di aver costretto le forze talebane alla ritirata. Video non verificati, diffusi da fonti militari pachistane, mostrerebbero checkpoint afghani distrutti, ma l’assenza di giornalisti indipendenti nella zona rende difficile confermare la veridicità delle immagini.

La crisi coinvolge anche i civili

Il deterioramento della sicurezza ha avuto immediate conseguenze anche per i civili. Due dei principali valichi commerciali tra i due Paesi, Torkham e Chaman, sono rimasti chiusi domenica mattina. Questo ha impedito il passaggio di merci e persone, inclusi numerosi rifugiati afghani in uscita dal Pakistan. Un giornalista dell’Associated Press, presente nella città pachistana di Chaman, ha riferito di aver udito il passaggio di jet militari sopra Spin Boldak, nel sud dell’Afghanistan, e di aver visto colonne di fumo alzarsi dopo una potente esplosione.

Un conflitto che rischia di sfuggire di mano

Non è la prima volta che Afghanistan e Pakistan si confrontano militarmente lungo la loro lunga e porosa frontiera. Tuttavia, la portata e l’intensità degli ultimi scontri indicano un possibile punto di non ritorno. Il Ministero della Difesa afghano ha dichiarato che le operazioni della notte sono state “ritorsive e di successo”, ma ha avvertito che eventuali nuove violazioni della sovranità afghana riceveranno una risposta “forte e decisa”.