Giovanni Pizzo
Ex assessore della Regione Siciliana, scrivo su vari quotidiani. Laureato in economia e commercio
Palermo potrebbe essere rappresentata da questo bel quadro di Edward Hopper, una città allo stravento, che continua a ballare imperterrita uno swing ormai desueto. Dagli anni 60, oltre 60 anni, questa è in lenta, inesorabile, decadenza, ma oggi è allo sbando. C’è uno stravento fortissimo, sociale, culturale, economico. La città è bella, ma anche brutta e cattiva. Si ha paura ad uscire la sera, ci si vota all’esercito, a chiunque, purché si torni al quieto e indolente vivere palermitano. La città senza i mandamenti mafiosi che assicuravano l’ordine pubblico, in un patto tacito, è fuori controllo.
Ma quel patto era oneroso, come dimostra la vicenda di Mondello. Voi state tranquilli, i vostri figli possono andare in discoteca e nei locali, la borghesia panormita può tranquillamente giocare a carte nei suoi circoli esclusivi, prendere il sole indisturbata sentendo la brezza del golfo che tutto il mondo ci invidia, ma questo ha un prezzo.
Assunzioni di parenti a gogò per controllare il territorio, appalti e servizi, guardianeria e ristori, ogni fornitura della famosa Italo-Belga sotto controllo. Affascinante storia di investimenti internazionali a Palermo questa della Italo-Belga, con subappalti mafiosi a quanto pare da decenni. Ovviamente la mafia l’avranno introdotta i belgi visto che noi siciliani di queste cose non ne capiamo. “La mafia a Mondello l’ho letta solo sui giornali” ha dichiarato candidamente l’ex amministratore della Italo-Belga. E lo ha detto con estrema naturalezza, perché a Palermo è normale assumere figli, nipoti, generi di mafiosi ed i mafiosi stessi. Certo viene dura pensare che un capomafia, con potere di vita e di morte in alcuni casi, faccia il semplice dipendente e prenda ordini dal “dottore” di turno. Che facciano i lavori, pagati dal PNRR, quindi da noi contribuenti, perché sono la ditta tecnicamente più attrezzata e con le migliori certificazioni, che sappiano gestire il personale meglio di uno laureato con lode in Bocconi. D’altra parte una laurea a Palermo a che serve? Ormai l’impiego pubblico è in scomparsa, ed un “ferro” è uno strumento di persuasione migliore di un tablet con i grafici.
Mondello, con quell’acqua di un azzurro assurdo, è la perfetta sintesi delle ambiguità ed ipocrisie di una città che balla, con camerieri proni, come sul Titanic. Se non vira con profonda determinazione l’Iceberg è vicino, ma noi ballando non lo vediamo.
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