Due alpinisti italiani morti in Nepal: confermate le vittime sul monte Panbari. Ricerche in corso per altri connazionali.

Alessandro Caputo, 28 anni di Milano, a sinistra nella foto, e Stefano Farronato, 45 anni di Bassano del Grappa, a destra, sono stati trovati morti in Nepal, dove risultavano dispersi da venerdì 31 ottobre. Entrambi erano impegnati nella scalata del Panbari, una cima dell’Himalaya poco frequentata ma tecnicamente impegnativa, quando sono stati travolti da una valanga.

Le autorità nepalesi hanno confermato il decesso nella mattinata di oggi, come riportato in una nota ufficiale dal Ministero degli Esteri italiano. La tragedia è avvenuta a circa 5.000 metri di quota, presso il Campo 1, dove i due alpinisti erano stati sorpresi da violente nevicate nei giorni precedenti.

Due italiani travolti da una valanga sul Panbari

Il contatto con Caputo e Farronato si era interrotto venerdì 31 ottobre. Da allora, le condizioni meteo avverse hanno ostacolato le operazioni di soccorso, rendendo difficile l’individuazione della loro posizione. Il Panbari, meno noto rispetto ad altre vette himalayane, si trova nella regione nord-occidentale del Nepal e raggiunge un’altitudine di oltre 6.900 metri. La sua scalata non è tra le più commerciali, ma attira alpinisti esperti alla ricerca di sfide più solitarie e tecniche. Le speranze si sono spente oggi, quando è arrivata la conferma ufficiale del decesso: “Il loro decesso è stato confermato questa mattina dalle autorità locali”, scrive la Farnesina in una nota diffusa alla stampa.

Tratto in salvo il capospedizione Valter Perlino

Faceva parte della stessa spedizione anche Valter Perlino, 64 anni, di Pinerolo, esperto alpinista e capospedizione del gruppo, che è stato tratto in salvo. Le sue condizioni non sono ancora note nel dettaglio, ma secondo quanto riferito dalle autorità è riuscito a mettersi in salvo prima che la valanga colpisse il Campo 1. La sua testimonianza sarà fondamentale per chiarire quanto accaduto.

Un’altra valanga sullo Yalung Ri: un terzo italiano tra le vittime

La tragedia del Panbari non è l’unica a colpire l’alpinismo italiano in queste ore. Un’altra valanga si è verificata sullo Yalung Ri, un’altra vetta himalayana, causando la morte di un terzo cittadino italiano, la cui identità non è stata ancora resa nota. In quella zona hanno perso la vita anche altri sei alpinisti, per lo più stranieri. Anche in questo caso, le condizioni meteorologiche hanno complicato le operazioni di soccorso e recupero dei corpi.

Cinque o sei italiani ancora dispersi in altre aree del Nepal

Secondo quanto riportato dalla Farnesina, le autorità italiane stanno monitorando con attenzione la situazione, anche perché mancano notizie di altri cinque o sei connazionali in zone diverse del Nepal. Le ricerche sono in corso, ma le operazioni sono rese estremamente difficili dalle abbondanti nevicate, dal rischio valanghe e dall’accessibilità limitata di alcune aree.
La rete diplomatica italiana, attraverso il Consolato Generale a Calcutta e quello Onorario a Kathmandu, è attivamente impegnata nel fornire assistenza ai familiari delle vittime e nel mantenere contatti costanti con le autorità locali. La nota del Ministero degli Esteri specifica: “Il Consolato Generale a Calcutta, anche per il tramite del Consolato Generale Onorario a Kathmandu, e in stretto raccordo con la Farnesina, sta seguendo direttamente l’evoluzione della situazione in contatto con le autorità locali e con i familiari dei connazionali”.

Condizioni meteo estreme e rischio valanghe

Il mese di ottobre segna la fine della stagione monsonica in Nepal, ma le condizioni meteo possono cambiare bruscamente. Le forti nevicate che hanno colpito la zona nei giorni scorsi hanno aumentato il rischio di valanghe, una delle principali cause di incidenti mortali nell’Himalaya. Le autorità locali avevano già emesso un’allerta nei giorni precedenti, ma per molte spedizioni già avviate, l’unica opzione era proseguire o aspettare in quota.

Curiosità: Lo sapevi che… ?

  • Il Panbari è alto circa 6.900 metri ma resta una delle montagne meno frequentate del Nepal.
  • L’alpinismo in Himalaya registra ogni anno tra i 40 e i 60 decessi, secondo le statistiche ufficiali.
  • Le valanghe sono responsabili di circa il 30% degli incidenti mortali sulle grandi montagne asiatiche.
  •  In Nepal, la stagione autunnale (da settembre a novembre) è la più gettonata per le scalate, grazie alla maggiore stabilità del clima, ma non è priva di rischi.
  • Le operazioni di soccorso sopra i 5.000 metri sono estremamente complesse: elicotteri e squadre di terra lavorano con difficoltà per la rarefazione dell’aria e i repentini cambiamenti climatici.

FAQ

  • Cosa è successo ai due alpinisti italiani in Nepal?
Sono morti a causa di una valanga mentre tentavano la scalata del monte Panbari. Erano dispersi dal 31 ottobre, i loro corpi sono stati ritrovati oggi.
  • Chi erano Alessandro Caputo e Stefano Farronato?
Caputo era un giovane alpinista milanese di 28 anni; Farronato aveva 45 anni ed era originario di Bassano del Grappa. Entrambi erano appassionati ed esperti.
  • Cosa sappiamo del terzo italiano morto?
È deceduto a causa di un’altra valanga sullo Yalung Ri. La sua identità non è stata ancora resa nota.
  • Ci sono altri italiani dispersi in Nepal?
Sì, si stima che tra cinque e sei connazionali siano attualmente dispersi in altre aree montane del Nepal. Le ricerche sono in corso.
  • Chi coordina le operazioni di soccorso?
Il Consolato Generale italiano a Calcutta e quello onorario a Kathmandu, in coordinamento con la Farnesina, sono coinvolti nell’assistenza e nel monitoraggio.