Una nuova inchiesta sulla sanità siciliana che coinvolge aziende sanitarie di Palermo con Civico e Vila Sofia. La Procura di Palermo ha chiesto quindici misure cautelari – otto in carcere, quattro ai domiciliari e tre interdittive per altrettante società – nell’ambito dell’ennesima indagine che ricostruisce un sistema di tangenti e appalti pilotati tra aziende pubbliche e imprese private del settore sanitario.

Gli indagati nella nuova indagine

Al centro del fascicolo c’è ancora Antonino Maria, detto Ninni, Sciacchitano, 65 anni, commercialista originario di Corleone, già ai domiciliari per il primo filone di Sorella Sanità bis, esploso a giugno, e ora destinatario di una nuova richiesta di arresto in carcere, considerato l’architetto di una rete corruttiva capace di muoversi attraverso funzionari compiacenti, imprenditori e vari intermediari.

Oltre a Sciacchitano ci sono anche Catello Lello Cacace, 61 anni, imprenditore di Castellammare di Stabia, ritenuto il faccendiere del gruppo; Umberto Maggio, 71 anni di Salerno, titolare della Pacifico Srl; Umberto Perillo, 58 anni, campano, rappresentante della E. Medical Srl; Giuseppe Valentino, 51 anni, collaboratore della Svas Biosana; Gaetano Di Giacomo, 52 anni, e Massimiliano De Marco, 48 anni, referenti della Servizi Ospedalieri Spa; e Diego Russo, 49 anni, un altro rappresentante campano della E. Medical. Per tutti loro i magistrati hanno chiesto il carcere. I domiciliari sono stati invece proposti per Milko De Seta, 54 anni, di Castellammare di Stabia, collaboratore della Pacifico Srl; Vincenzo Criscuolo, 56 anni, campano, dipendente della Svas Biosana; la palermitana Alba Cristodaro, 47 anni, responsabile unico del procedimento all’Arnas Civico e Aldo Albano, 63 anni, di Chivasso in provincia di Torino, provveditore dell’azienda ospedaliera Villa Sofia-Cervello. Le tre società coinvolte – Servizi Ospedalieri, E. Medical e Pacifico Srl – rischiano il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione per un anno.

Diversi indagati figuravano già tra gli indagati di Sorella Sanità bis con al vertice lo stesso Sciacchitano, il quale – secondo la Procura, nonostante i fatti accertati cinque mesi fa, non si sarebbe mai fermato, anzi avrebbe incassato una mazzetta di 25 mila euro per agevolare imprese considerate amiche.

Indagini sulle forniture di materiale chirurgico

Le nuove contestazioni riguardano le forniture di materiale chirurgico, macchinari e dispositivi medici, oltre al servizio di lavaggio e distribuzione della biancheria ospedaliera. Un settore strategico per gli investigatori, dove le regole di mercato sarebbero state piegate a logiche di convenienza e scambio. Il meccanismo era collaudato: informazioni riservate in anticipo, ribassi concordati, punteggi su misura e compensi in contanti.

Tra gli episodi più recenti figura la gara da 47 milioni di euro per la sterilizzazione del materiale chirurgico dell’Arnas Civico, in cui l’intermediazione sarebbe stata curata da Cacace, che avrebbe garantito un contatto privilegiato con i funzionari pubblici. In cambio del suo intervento, Sciacchitano avrebbe ricevuto 10 mila euro dagli imprenditori Di Giacomo e De Marco, in rappresentanza della Servizi Ospedalieri. Un’altra tranche riguarda le forniture della E.Medical e della Svas Biosana, i cui rappresentanti Russo, Perillo, Valentino e Criscuolo avrebbero versato 14 mila euro complessivi in contanti. Infine, la gara per il lavaggio e la distribuzione della biancheria ospedaliera di Villa Sofia-Cervello: qui Sciacchitano, all’epoca presidente dell’organismo di valutazione, avrebbe percepito 2.500 euro dall’imprenditore Maggio tramite il mediatore De Seta, con la collaborazione di Albano, accusato di avere fornito notizie sul bando.

Nelle carte di Sorella Sanità bis i nomi di Totò Cuffaro e quello di Saverio Romano comparivano nei dialoghi tra Sciacchitano e altri personaggi, come possibili riferimenti da coinvolgere per agevolare affari e transazioni legate agli appalti della sanità. Da quella trama di relazioni e mediazioni nasce anche il nuovo sviluppo investigativo che vede i due politici tra i diciotto destinatari di richiesta di misura cautelare ai domiciliari per associazione a delinquere, corruzione e turbativa d’asta. Per gli inquirenti, i tre filoni sarebbero i capitoli di un unico sistema, capace di adattarsi, cambiare interlocutori e mantenere i medesimi obiettivi di controllo e influenza sugli appalti pubblici. Un dettaglio non secondario rafforzerebbe il legame: gli interrogatori si terranno tutti negli stessi giorni. Per Sciacchitano, Cacace e gli altri le audizioni sono fissate l’11, 12 e 13 novembre così come per quelli coinvolti nell’inchiesta che ruota attorno a Cuffaro e Romano. L’ex presidente della Regione e il parlamentare nazionale di Noi Moderati saranno ascoltati per ultimi il 14 novembre. Una coincidenza che sembra segnare il punto di contatto tra due procedimenti destinati a incrociarsi sul terreno comune di politica, sanità e affari.