Un sit in in piazza sotto Palazzo d’Orleans con uno slogan anti governativo chiaro: “Mandiamoli via. Mandiamo via chi ha già distrutto la Sicilia una volta e vuole riprovarci”. Il Pd siciliano prova ad usare la piazza per far cadere il governo della Regione approfittando dell’inchiesta della procura di Palermo sui presunti appalti truccati per i quali sono state avanzate 18 richieste di arresti domiciliari.

Lo slogan social del Partito democratico

“Chi usa gli assessorati come centrali per favori e scambi. Chi fa della sanità un affare sulla pelle di chi sta male. Chi trucca i concorso umiliando i meritevoli e premiando i raccomandati. Ci vediamo oggi pomeriggio – a partire dalle 17 – davanti l’assessorato regionale alla Famiglia in via Trinacria, a Palermo. Perché gli assessorati e i dirigenti rispondono ai siciliani ed alle siciliane non ai potenti di turno” scrivono dal Pd in un post sulla pagina Facebook PD Sicilia.

Un messaggio che lancia una manifestazione di protesta nel pomeriggio di oggi in seguito a quanto emerso dalle indagini sugli appalti truccati nelle aziende sanitarie siciliane. “E da cui emerge un quadro disgustoso, dal punto di vista etico e morale, tralasciando quello penale su cui sarà la magistratura ad accertare le responsabilità” scrivono gli esponenti dem promuovendo la manifestazione anche fuori dai socal.

L’attacco di Barbagallo

Una scelta, quella di scender in piazza, che segue l’attacco di ieri del segretario regionale del Pd Anthony Barbagallo da Roma: “Le notizie che arrivano dalla Sicilia sono gravissime e restituiscono un quadro di degrado politico e amministrativo inaccettabile” aveva affermato in un video il capogruppo del Partito Democratico in commissione Trasporti alla Camera e segretario regionale del PD siciliano, commentando l’inchiesta della Procura di Palermo che ha chiesto gli arresti domiciliari per 18 persone, tra cui l’ex presidente della Regione Salvatore Cuffaro, con accuse di associazione a delinquere, turbativa d’asta e corruzione.

L’inchiesta più grave

“Ancora una volta – spiega l’esponente dem – emergono dirigenti e funzionari pubblici asserviti a un disegno criminoso, pronti a fornire in anticipo informazioni sui bandi per favorire le imprese amiche e sistemare concorsi o appalti su misura. È un sistema marcio che si regge sull’intreccio tra politica e affari, con logiche clientelari e spartitorie che paralizzano la Sicilia. Dentro questa dinamica c’è anche il cosiddetto sistema delle ‘mance e mancette’, di cui il presidente Schifani si è fatto garante per tenere insieme una maggioranza divisa. Una pratica che ha svuotato di serietà e di credibilità l’azione di governo regionale. Schifani non è riuscito a ripristinare un sistema degno di una Regione che merita riscatto: il suo tempo è finito”.

Il coraggio di fare un passo indietro

“Il presidente – concludeva Barbagallo – deve avere il coraggio di fare un passo indietro e restituire la parola ai siciliani. Abbiamo lanciato un grande progetto d’accordo d’intesa con il campo progressista, ma anche con la società civile. Occorre costruire un’alternativa, soprattutto un’alternativa che deve essere nel metodo perché la stagione in cui si decidono i direttori Generali della sanità e gli altri posti apicali nelle cene nei pranzi deve finire. Noi, se andiamo al governo, sceglieremo i migliori per riscattare la Sicilia dagli ultimi posti in tutte le classifiche”.