Maurizio Zoppi

Scrivo, parlo, respiro... ma non sempre in quest’ordine

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Da siciliano. Da garantista. Da persona che la politica la conosce bene, forse anche troppo, ma che ogni tanto vorrebbe guardarla con un po’ più di umanità.

Totò Cuffaro, resta lontano dalla politica.

Non è un attacco, né un giudizio. Nessuno ti sta processando ancora una volta davanti all’opinione pubblica. Ma un processo vero, adesso, c’è. E non serve essere giuristi o giornalisti per capire che, comunque vada, sarà un’altra ferita per chi ti sta accanto.

Penso ai tuoi figli, a tua moglie, ai tuoi nipoti. A chi ha già sofferto in silenzio, negli anni in cui la tua storia è finita in prima pagina.

Ecco, se c’è una ragione per dire basta, non è la politica. È loro.

Sono loro.

Perché a volte la dignità non sta nel tornare in campo, ma nel farsi da parte.

Nel difendere la propria famiglia da un dolore che si ripete, nel scegliere il silenzio invece dei riflettori, la normalità invece del clamore.

Non servono più parole, non servono più telecamere.

Chi ti vuole davvero bene — e non parlo di chi ti applaude, ma di chi ti pensa con un po’ di affetto e rispetto — sa che questa sarebbe la scelta più giusta.

Per te, per loro, e forse anche per una Sicilia che ha bisogno di meno protagonismi e più pace.

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