Oliveri, piccolo borgo affacciato sul mare della costa tirrenica messinese, entra in una prestigiosa lista europea: quella delle comunità candidate all’Immigrant Times Solidarity Prize 2026. Accanto a città come Bilbao, Rotterdam, Graz, Val-de-Reuil e Hebertshausen, la cittadina siciliana è stata selezionata per la capacità di costruire un tessuto sociale fondato su convivenza, accoglienza e solidarietà.

Non è un riconoscimento al singolo, ma un premio alla collettività, alla comunità oliverese che negli anni ha saputo aprirsi al mondo, trasformando la diversità in una ricchezza condivisa.

Sul profilo ufficiale del Comune di Oliveri, il tono del messaggio è sobrio, quasi familiare, ma ricco di orgoglio civile:

“Siamo felici di condividere una bella notizia: la nostra comunità si ritrova tra le città europee candidate all’Immigrant Times Solidarity Prize, accanto a realtà come Bilbao (Spagna), Rotterdam (Paesi Bassi), Graz (Austria), Val-de-Reuil (Francia) e Hebertshausen (Baviera, Germania).

[…]

???? Oliveri è ormai una cittadina multietnica, con persone di diversa provenienza che vivono, lavorano, giocano e fanno comunità, mescolando le proprie culture e valori, nel rispetto reciproco.

???? Essere parte di questa selezione è già motivo di grande orgoglio: rappresenta il riconoscimento di un impegno collettivo per una società più aperta, equa e profondamente umana.”

Nessuna enfasi, nessuna autocelebrazione: solo la consapevolezza che essere inclusi tra le città candidate è già di per sé un traguardo di civiltà.

Più personale, ma altrettanto misurato, il post del sindaco Francesco Iarrera. In poche righe, con tono poetico e riflessivo, racchiude il senso profondo di questa candidatura:

“Non è tanto il riconoscimento. In fondo, è solo un premio.

Ma è il significato profondo che porta con sé. Essere inclusi tra le città candidate all’Immigrant Times Solidarity Prize, significa che Oliveri è un paese che sa aprirsi, che sa parlare agli altri, che sa accogliere e includere. […]

In questo piano inclinato, dove da un lato si chiede pace e dall’altro si costruiscono nuove divisioni, questo vento leggero è una spinta nella direzione giusta.

Un segno che stiamo percorrendo la strada più sicura. Con passo lieve, ma deciso.”

Una riflessione che va oltre la cronaca, trasformandosi in un manifesto di umanità e buon senso. “Passi lievi ma decisi” diventa quasi un simbolo del modo in cui Oliveri cammina nel mondo: senza clamore, ma con la certezza di muoversi nella giusta direzione.

Oliveri è una comunità di poco più di duemila abitanti, ma negli anni ha saputo costruire un equilibrio sociale raro, fatto di dialogo, rispetto e partecipazione. Nelle sue strade convivono persone provenienti da diverse parti del mondo: famiglie che hanno scelto la Sicilia come nuova casa e cittadini che da generazioni custodiscono la memoria del luogo.

Questa convivenza quotidiana, concreta e silenziosa, è ciò che ha colpito gli osservatori europei. Sul sito del premio, tra i commenti di presentazione, si leggono parole che descrivono bene lo spirito della cittadina:

“Oliveri rappresenta un vero esempio di comunità inclusiva, solidale e profondamente umana.”

“In un’Italia spesso smarrita e disillusa, Oliveri si è trasformata in un laboratorio di solidarietà concreta, pedagogia civica e impegno etico.”

“Oliveri non è cambiata per la candidatura: continua a essere la stessa comunità umile, autentica, attenta.”

Sono riconoscimenti che arrivano da osservatori esterni, da cittadini e da membri della giuria popolare europea, e che confermano come la forza del paese risieda proprio nella sua autenticità.

Il Solidarity Prize, promosso da The Immigrant Times, non è un concorso basato sul merito istituzionale o sul prestigio, ma un premio assegnato dai cittadini. È un riconoscimento ai luoghi in cui persone di diversa origine e cultura vivono insieme in armonia, costruendo comunità accoglienti.

Oliveri, nel suo piccolo, incarna questo spirito: un paese che “sa parlare agli altri”, che fa della semplicità un valore e dell’accoglienza una pratica quotidiana.

In un tempo segnato da nuove tensioni e muri che si rialzano, la candidatura di Oliveri suona come un messaggio controcorrente: non serve essere grandi per essere un esempio. Serve solo coerenza, buon senso e la volontà di camminare insieme.

Oliveri non costruisce ponti di cemento, ma ponti di sguardi, di gesti, di mani che si tendono.

In un’epoca che alza barriere, questo piccolo paese siciliano sceglie di aprire porte.

E forse è proprio da luoghi come questo che l’Europa può imparare di nuovo a essere sé stessa:

una casa comune, dove la solidarietà non è un premio da vincere, ma un modo di vivere.


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