Si è conclusa ieri sera al Mezzaparola di via Landolina 23, l’edizione di Parole in Esilio, laboratorio di poesia collettiva per la Palestina e contro tutte le ferite del mondo, che ha visto una partecipazione commossa e attiva di un pubblico eterogeneo.

L’evento, ideato da Massimiliano Aci, Filippo Gravina, Valentina Giua e Juan Souto Rodriguez, si è articolato in un intenso percorso della durata di due ore che ha unito poesia, memoria e impegno civile.


Massimiliano Aci e Filippo Gravina hanno aperto la serata con un’introduzione storico-poetica che ha tracciato le coordinate culturali del progetto: «La poesia non è evasione, ma una forma di resistenza attiva all’oblio e alla banalità del male».

Juan Souto Rodriguez ha curato una parte fondamentale del laboratorio, guidando i partecipanti in un’esercitazione creativa di riscrittura poetica attraverso associazioni libere: «Ogni partecipante ha scelto una frase o un’immagine poetica particolarmente significativa, riscrivendola e arricchendola attraverso un lavoro di scomposizione e ricomposizione testuale. Questo approccio ha permesso di avvicinarsi alla scrittura in modo spontaneo e autentico, facendo emergere connessioni inaspettate tra il patrimonio poetico internazionale e le urgenze del presente».


Cuore pulsante della serata è stata la sezione di scrittura poetica collettiva Le Radici del Dire, condotta da Valentina Giua, che ha rappresentato Rinascimento Poetico con il progetto LeggerissimaMente – poesia, arte e musica, in collaborazione con il Cepell (Centro per il Libro e la Lettura).

La poetessa ha dedicato un momento fondamentale alla respirazione consapevole e alla presenza nel presente: «Prima di prendere la penna, abbiamo creato uno spazio di silenzio attivo. Attraverso il respiro consapevole, abbiamo permesso alle parole ascoltate di depositarsi e ai partecipanti di radicarsi nel momento presente. Questa transizione dal ricettivo all’attivo è stata essenziale per cogliere appieno la bellezza del momento condiviso e accedere a una scrittura autentica».


Dalla scrittura individuale è nato un commovente Coro per la Pace, composto da versi anonimi letti in sequenza, che ha rappresentato il momento più intenso della serata.

La parte finale, curata da Filippo Gravina e Massimiliano Aci, ha visto la creazione di un collage artistico che unisce fotografie e testi poetici prodotti durante i precedenti laboratori. Queste opere, che verranno donate a Expo X Palestine, saranno messe in vendita e l’intero ricavato sarà devoluto a sostegno di famiglie palestinesi.


Significativa la proiezione del cortometraggio della regista palestinese Bayan Abu Ta’ema, presente grazie alla collaborazione con Global Movement to Gaza, che ha anche allestito un punto vendita di prodotti artigianali palestinesi, il cui ricavato sarà interamente devoluto alla causa palestinese.

La serata è stata arricchita dalle performance musicali di Davide Aricò, Luciano Maugeri e Faisal Taher, le cui improvvisazioni sonore hanno creato una colonna sonora emozionante e immersiva per l’intera attività creativa.

L’evento si è così trasformato in un circolo virtuoso in cui arte, poesia e impegno civile si sono fusi in un’unica voce corale. «Le parole seminate ieri non si sono esiliate: sono diventate foresta. E continueranno a crescere attraverso i progetti concreti che abbiamo avviato», hanno concluso gli organizzatori.

Questo contenuto è stato disposto da un utente della community di BlogSicilia, collaboratore, ufficio stampa, giornalista, editor o lettore del nostro giornale. Il responsabile della pubblicazione è esclusivamente il suo autore. Se hai richieste di approfondimento o di rettifica ed ogni altra osservazione su questo contenuto non esitare a contattare la redazione o il nostro community manager.