Conclusa la fase degli interrogatori di garanzia inizia la spasmodica attesa della decisione del giudice per le indagini preliminari sulle 17 richieste di arresti domiciliari confermate dalla procura nei confronti di Totò Cuffaro, Carmelo Pace, Saverio Romano, di stretti collaboratori di Cuffaro e di manager e funzionari pubblici. Solo una degli iniziali destinatari delle richieste di arresto esce di scena dopo aver reso le sua dichiarazioni. Si tratta di Vito Fazzino, funzionario dell’Asp di Siracusa.
La difesa di Cuffaro
ieri è toccato a Totò Cuffaro che si è avvalso della facoltà di non rispondere ma ha comunque voluto rendere dichiarazioni spontanee fornendo la propria versione dei fatti.
La scelta di non rispondere alle domande è degli avvocati difensori Marcello Montalbano e Giovanni Di Benedetto, “Su loro indicazione, Cuffaro si è avvalso della facoltà di non rispondere, pur avendo reso delle dichiarazioni spontanee”. la scelta è tecnico giuridica “si ritiene indispensabile, prima di sottoporsi a qualsivoglia interrogatorio, un approfondimento sul compendio probatorio con il quale misurarsi, con particolare riferimento al contenuto delle intercettazioni”, dicono i legali.
Di fatto i legali dubitano delle trascrizioni delle intercettazioni sostenendo che già una perizia sulla prima di queste intercettazioni ne fornisce una lettura diversa da quella fatta dalla procura e attribuisce le parole “incriminanti” a soggetti diversi
“Nel corso dell’udienza camerale la difesa ha eccepito l’insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza per tutte le incolpazioni provvisorie contestate, nonché l’inutilizzabilità della relazione di servizio contenente asserite dichiarazioni spontanee rese dal Dott. Cuffaro e da questo disconosciute”, conclude la nota. In poche parole anche la relazione dei carabinieri riporterebbe frasi non corrispondenti e comunque non utilizzabili in processo.
La versione dell’ex Presidente della Regione
Nelle sue dichiarazioni spontanee Cuffaro ha parlato dell’appalto dell’Asp di Siracusa sostenendo di aver solo segnalato al manager che l’impresa era stata “non tenuta in considerazione” dal precedente manager. Sulla stabilizzazione dei precari di Villa Sofia avrebbe commesso una leggerezza per aiutare una ragazza ma trattandosi di stabilizzazione ciò non avrebbe modificato l’elenco degli idonei.
Sul presunto passaggio di denaro la difesa contesta l’intercettazione sostenendo che non è la voce di Cuffaro quella che si riferisce ai soldi.
Il quarto capo d’imputazione e il capogruppo della Dc Carmelo Pace
“Non ho mai ricevuto soldi da nessuno, né ero presente alla conversazione in cui secondo l’accusa si sarebbe parlato di denaro” ha, invece, detto il capogruppo della Dc all’Assemblea siciliana, Carmelo Pace. Il riferimento, in questo caso, è al quarto episodio contestato, quello della presunta tangente sull’appalto del Consorzio di bonifica della Sicilia occidentale.
L’attesa del Gip
Su tutto questo materiale, adesso, dovrà pronunciarsi il Gip che deve decidere sulle 17 richieste di arresto. Sono tutte richieste di domiciliari ma il giudice potrebbe determinarsi per semplici misure interdittive o accogliere solo alcune delle richieste respingendone altre. per tutti coloro i quali ricoprivano incarichi, però, nel frattempo sono scattate dimissioni, sospensioni o sostituzioni quindi difficilmente ricorrono i tre motivi di misura cautelare ovvero pericolo di fuga, di reiterazione del reato o di inquinamento delle prove. Il giudizio spetta, però, al Gip e a nessun altro.






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