Nell’inchiesta sul pizzo imposto agli appalti per il restauro, fra l’altro, del museo della Fiumara d’arte in carcere, tra gli altri, il consigliere comunale di Mistretta Vincenzo Tamburello.

La vittima (un imprenditore che ha denunciato le richieste) ha spiegato di essere stato avvicinato dal consigliere comunale di Mistretta Vincenzo Tamburello che gli avrebbe comunicato che la ditta che aveva ottenuto l’appalto prima del suo ricorso aveva già versato 50mila euro ad alcuni soggetti del luogo che li avevano successivamente restituiti dal momento che l’impresa era stata poi estromessa dai lavori. Tamburello era andato a chiedere ai nuovi aggiudicatari 35mila euro da consegnare a una donna indicata alle vittime come la “signorina”. La somma sarebbe stata destinata alle spese legali per il fratello della “signorina” che era carcerato. In più all’imprenditore era stato imposto di assumere nei propri cantieri tre operai dei quali gli avrebbe successivamente indicato i nomi. Il consigliere comunale, infine, aveva imposto alla vittima di rifornirsi del cemento presso l’impianto dei fratelli Lamonica, assicurandogli che assolvendo a questi obblighi, non ci sarebbe stata alcuna richiesta estorsiva.

Le indagini, che avevano già consentito di arrestare, il 6 ottobre 2017, una coppia di imprenditori edili accusati di trasferimento fraudolento di valori, hanno accertato anche l’intestazione fittizia a 11 “teste di legno” di 2 locali notturni, uno stabilimento balneare ed un’attività di compravendita di auto usate. Le tre attività commerciali e il compendio aziendale sono stati sequestrati. Sotto sequestro anche conti correnti, depositi bancari e 5 auto nella disponibilità degli indagati per un valore complessivo di oltre 2 milioni.

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