Confcommercio Palermo è pronta alla mobilitazione per il regolamento comunale sul Mercato ortofrutticolo. Una questione che ormai da troppo tempo è ferma e non riesce a sbloccarsi dopo che il Consiglio comunale ha deciso di rimandare indietro il documento, che grazie al contributo di tutti gli attori interessati era stato definito.

“Non comprendiamo davvero le ragioni che hanno portato a questa decisione – spiega la presidente Patrizia Di Dio – quel regolamento la cui predisposizione parte dall’Amministrazione Cammarata, e poi migliorato grazie anche alla nostra partecipazione in Commissione Attività produttive, viene rispedito indietro anche da chi faceva il consigliere comunale all’epoca dei fatti. Hanno lavorato a quel testo – aggiunge Patrizia Di Dio – consiglieri comunali, la Commissione Attività produttive, l’Amministrazione comunale ed anche noi rappresentanti delle categorie produttive. Qual è l’interesse a tenere senza regolamento il Mercato?”, si chiede la presidente di Confcommercio Palermo. “Anche perché – aggiunge – meglio un regolamento perfettibile che l’assenza di regolamento”.

Tra i punti in discussione, la esternalizzazione di alcuni servizi, compreso quello di facchinaggio. “Da anni assistiamo agli extracomunitari che trasportano merce fuori dal mercato spingendo i carrelli, un sistema “anomalo” che è sotto gli occhi di tutti. Vogliamo finalmente regole chiare sulle attività del mercato ortofrutticolo e riteniamo di averne pieno diritto. Dopo anni di fatica e lavoro sul testo adesso vogliamo il regolamento, se no qualcuno deve spiegarci a chi interessa che non ci sia”, sottolinea Patrizia Di Dio.

“E’ incredibile attendere un regolamento da circa quindici anni – aggiunge Giorgio La Scala, presidente dei Commissionari aderenti a Confcommercio Palermo – abbiamo contribuito tutti a portare avanti il testo e adesso qualcuno vuol perdere altro tempo. Dopo una serie di proposte che sono state discusse approvate abbiamo apportato alcuni miglioramenti accolti anche in sede di Sportello Unico, approvate in Commissione, perché non portare il testo in discussione in Aula? Siamo pronti alla mobilitazione”, conclude La Scala.