C’era un pezzo importante del mondo artistico e culturale alla cerimonia di addio di Rosanna Pirajno, intellettuale impegnata e docente di Architettura morta l’altro ieri a Palermo. Molti tra amici, colleghi e allievi si sono ritrovati nella sala espositiva della Real Fonderia che lei stessa aveva restaurato.

Era una delle ultime testimonianze di una concezione architettonica ispirata alla rinascita. E’ quello che Rosanna Pirajno, come hanno ricordato in tanti, ha interpretato nel suo percorso accademico ma anche nelle esperienze politiche in campo democratico e in quelle giornalistiche con gli articoli sulle riviste Mezzocielo e Salvare Palermo.

Due iniziative che aveva contribuito a promuovere e che univa alla collaborazione con l’edizione siciliana di Repubblica dopo avere scritto a lungo sul giornale L’Ora.

E’ stata una cerimonia laica, come lei stessa aveva voluto, e sobria. Si è svolta nel luogo per lei più simbolico, ha
ricordato l’urbanista Maurizio Carta, “dove Rosanna Pirajno continuerà a darci la sua testimonianza culturale e civile”.