In un incontro durato quasi tre ore l’Assessore della Salute, Ruggero Razza, ha illustrato a grandi linee le modifiche apportate alla Rete ancora vigente, quella fatta dalla coppia Crocetta-Gucciardi nel marzo 2017.

“L’impianto è identico a quello precedente, con la suddivisione in 4 Bacini territoriali e con le stesse identiche classificazioni dei vari Ospedali previste dal precedente Decreto del marzo dello scorso anno” raccontano dal sindacato Cimo.

Nel complesso la bozza di nuova rete prevede oltre 170 posti letto in più rispetto a quelli attivi nel 2016. E circa 150 unità complesse in meno. Si tratta di reparti che vengono, declassati da ‘complessi’ a semplici e duqnue vengono posti soto la direzione di altri reparti anche se hanno una guida sanitaria precisa. Dunque diminuiscono i potenti primari che saranno, appunto, 150 in meno

“Le novità riguardano l’aumento dei posti letto e la riduzione, o meglio decimazione, delle Unità Operative Complesse – confermano dal sindacato – per allinearsi al famigerato DM70. Niente tagli di Reparti, solo un loro declassamento da Strutture Complesse a Strutture Semplici Dipartimentali. Ma per avere dati certi su cui poter ragionare si attende che gli Uffici di Piazza Ottavio Ziino mandino ai Sindacati una mail con le tabelle ufficiali”.

Tornano ad essere separati gli ospedali Villa Sofia e Cervello che erano stati accorpati anni fa ma nella separazione perdono la definizione di struttura complessa di interesse nazionale (come è il Civico) è diventano due ospedali territoriali Dea di primo livello mentre territoriale Dea di Ii livello viene definito il Giglio di Cefalù di fatto declassato al medesimo livello dell’Ospedale Ingrassia di Palermo.

Nel Trapanese restano accorpatiin un’unica, invece, gli ospedali di Trapani e Salemi, Marsala è ospedale Dea di I livello, presidi territoriali tutti gli altri. a Messina l’unica novità riguarda il ‘redivivo’ Pronto Soccorso di barcellona Pozzo di Gotto mentre non cambia nulla in tutte le altre strutture. Non cambia niente nella Sicilia centrale mentre il nuovo piano mette veramente mano nella distribuzione delle strutture nel catanese. Giarre diventa autonomo da Acireale. Cannizzaro, Garibaldi e Vittorio Emanuele mantengono la loro autonomia pur essendo tre strutture di grandi dimensioni nel medesimo territorio. in provincia gli ospedali crescono di una unità: autonomo in quanto struttura in zona disagiata l’ospedale di Militello Val di Catania

Fra Siracusa e ragusa non cambia molto tranne la ‘promozione’ dell’ospedale di Modica.

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“Ci è sembrato quasi di rivivere l’amara esperienza già vissuta col precedente assessore Baldo Gucciardi, almeno Razza ha avuto la decenza di non convocarci con un decreto già adottato e deliberato dalla giunta regionale” scrive poi in una nota ufficiale il segretario regionale Cimo Sicilia Giuseppe Riccardo Spampinato. “L’assessore ha riconvocato i sindacati per martedì prossimo alle 15 per sentire eventuali osservazioni di parte sindacale, ma se non ci verranno forniti in tempo utile numeri e tabelle contenute nel documento di programmazione della rete ospedaliera, avremo ben poco da osservare e proporre. Siamo stati costretti da diligenti scolari ad ascoltare la lezione del professore. Adesso però vogliamo i testi su cui studiare”.

“Non possiamo certo presentarci a sostenere l’esame finale ripassando solo sugli appunti – aggiunge il segretario del Cimo – on si comprende se i motivi di questo immotivato ritardo nella trasmissione dei dati siano da attribuire ad ingiustificabili responsabilità di ordine tecnico degli uffici o se ci sia la volontà di limitare il tempo concesso ai sindacati. per la valutazione del quadro complessivo”.

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“Ancora una volta la grande assente è la medicina del territorio” denuncia, invece, il segretario regionale della Cgil – Funzione Pubblica, Gaetano  Agliozzo. “Per noi era e resta una priorità – puntualizza – che, purtroppo, sembra non trovare opportuno riscontro nella sede dell’Assessorato alla Salute”.

“Noi ovviamente faremo la nostra parte, ci adopereremo per offrire il nostro contributo – assicura – per provare a migliorare e rendere più efficace questo importante strumento, partendo  proprio dall’introduzione della medicina del territorio da inserire nell’’impianto presentatoci, che risulta identico o quasi a quello messo in piedi dall’Esecutivo targato Crocetta   – conferma Agliozzo – con la suddivisione in 4 bacini territoriali e con le stesse classificazioni dei vari Ospedali. Le novità si riferiscono  all’aumento dei posti letto e la riduzione, o meglio la decimazione, – conclude il segretario regionale della Cgil Funzione Pubblica – delle Unità Operative Complesse per allinearsi al famigerato DM70. Niente tagli di Reparti, solo un loro declassamento da Strutture Complesse a Strutture Semplici Dipartimentali”.

Intanto arrivano le prime critiche anche di marca opposizione pentastellata. “La riorganizzazione della rete ospedaliera in Sicilia tenga conto delle effettive esigenze del territorio e delle reale carenze di personale – dice il deputato regionale del M5S Antonio De Luca -. Diversamente, come già avvenuto nei giorni scorsi nell’ospedale San Vincenzo di Taormina, si andrebbe soltanto ad aggravare situazioni già critiche, provocando ulteriori disagi agli utenti, con l’effetto di non garantire loro il diritto a cure immediate, mentre il personale sanitario dovrà far fronte a richieste di cure insostenibile”.

“La situazione del pronto soccorso di Taormina è ormai allo sbando più totale – afferma il parlamentare e componente della commissione Sanità dell’Ars -, medici e infermieri sono in numero insufficiente e non riescono a sostenere, nonostante i loro immensi sforzi, l’enorme mole di lavoro in tempi di ordinaria ‘amministrazione’ figuriamoci nel periodo estivo, quando il numero potenziale di utenti cresce considerevolmente per l’aumento delle presenze di turisti e visitatori”. “Per queste ragioni e per assicurare il diritto alla salute e alle cure dei cittadini – aggiunge – chiedo al Governo regionale e all’assessore alla Salute Ruggero Razza di attivare le misure straordinarie necessarie a far fronte alle criticità riscontrate in questi giorni con code interminabili, prestazioni sanitarie e visite espletate dopo ore: un malato non può aspettare 18 ore prima di essere visitato”.

“E’ semplicemente inqualificabile, indecente di un Paese civile – conclude – Andare al pronto soccorso non può essere un’odissea”.

PARLA L’ASSESSORE RAZZA, RETE ANCORA APERTA AL CONTRIBUTO DI TUTTI

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