Ormai da tre giorni la nave ‘Lifeline’, naviglio noleggiato dalla omonima ong tedesca e battente bandiera olandese, è in attesa conoscere il porto dove dirigersi per sbarcare in sicurezza i 239 migranti salvati dalle acque libiche la mattina del 21 giugno, e diventati subito oggetto di polemica ogni giorno di piu’ accesa, con toni al calor bianco tra diversi Paesi comunitari, Italia e Malta in testa, in vista del summit informale sui profughi che si terra’ domani a Bruxelles, e che precede il vertice Ue del 28 e 29 giugno. La ‘Lifeline’,a bordo della quale ci sono anche 14 donne e 4 bambini, si trova ancora in acque Sar (Ricerca e soccorso) maltesi, in attesa di istruzioni.

Intanto nel pomeriggio operazione di soccorso a bordo della nave cargo Alexander Maersk, battente bandiera danese, che si trova a tre miglia dal porto di Pozzallo ed aspetta di essere autorizzata per attraccare. Una motovedetta della Guardia costiera con a bordo il medico marittimo Vincenzo Morello ha raggiunto il cargo e ha prelevato una donna del Sudan all’ottavo mese di gravidanza insieme alla figlia di pochi anni, nonché una bimba di 8 anni disidratata accompagnata dalla mamma e da un’altra figlia. Non sono segnalate altre emergenze sanitarie sulla nave.

Il cargo è stato anche rifornito di generi alimentari la scorsa notte da un rimorchiatore portuale. Nelle prossime ore verrà approvvigionato ulteriormente di viveri, sempre dallo stesso rimorchiatore.

E sullo stop agli attracchi delle navi Ong nei porti italiani interviene anche il Ministro della Difesa. “Se l’emergenza, con il gommone dei migranti in difficoltà, avviene in area di ricerca e soccorso libica è la Libia che deve intervenire” ha detto il ministro, Elisabetta Trenta, in una Intervista di Maria Latella su Sky TG24. Il governo italiano è pronto a fornire ulteriori mezzi alla Guardia costiera libica, ha aggiunto.

“Bisogna vedere bene – ha affermato il ministro – di quale tratta di mare parliamo. Perché se noi parliamo della tratta di mare che è vicina alla Libia, che è stata delimitata e che noi chiamiamo area Sar, l’area di search and rescue, in quell’area è competente la Guardia Costiera libica, che tra l’altro è stata formata dalla nostra Guardia Costiera per svolgere questo compito ed ha tutte le capacità in questo momento anche i mezzi per poterlo fare”. “Noi come Governo – ha proseguito – siamo disponibili e stiamo individuando anche la possibilità di donare altri mezzi, altro equipaggiamento per potenziare l’attività della Guardia Costiera libica, perché quello che è importante è che i libici siano in grado di controllare il proprio territorio e noi questo lo stiamo facendo, abbiamo tutta l’intenzione di rafforzarli in questa azione”.

“Quindi – ha concluso – nel momento in cui la nave in difficoltà si trova nelle acque libiche, qui non c’è niente di nuovo, sono i libici che devono intervenire”.