Salta il tavolo di confronto fra governo e Comuni sul decreto periferie ovvero sul provvedimento che avrebbe dovuto permettere la ripartenza dei progetti locali con i fondi che erano stati revocai dal governo nel Decreto Mille proroghe.

“Ci vediamo costretti come Anci, nostro malgrado, ad interrompere le relazioni istituzionali e ad abbandonare la Conferenza unificata e la Stato-Città, che si terrà nei prossimi giorni” ha annunciato il Presidente dell’Anci De Caro.

“Avevamo preso un impegno con il presidente del Consiglio per avviare un percorso per consentire la restituzione ai Comuni relativi ai fondi per le periferie, parliamo di un miliardo e seicento milioni il cui primo passaggio era previsto oggi in unificata, al fine di dare un’intesa per sanare la presunta incostituzionalità di ottocento milioni di euro previsti nell’articolo 1 comma 140 della precedente finanziaria”.

Per sbloccare la situazione, ha sottolineato ancora Decaro, “avremmo dovuto incontrare il ministro dell’Economia ed introdurre in un prossimo decreto le risorse e la procedura per riallocare i finanziamenti ai comuni e per portare avanti tutti i progetti per le periferie. Sugli ottocento milioni di euro ora il Governo dice di avere dei problemi di natura tecnica legato al provvedimento da portare alla conferenza unificata, ma – osserva ancora Decaro – quel provvedimento oggi non c’è ed il punto all’ordine del giorno è stato cancellato. Per queste ragioni ci vediamo costretti ad interrompere le relazioni fino al giorno in cui non riprenderà il percorso” per l’approvazione del bando per le periferie “con l’approvazione del punto che era previsto oggi in unificata”.

“Non abbiamo trovato riscontro all’impegno che aveva preso con noi il presidente del Consiglio Giuseppe Conte sul bando periferie nell’incontro dell’11 settembre. Siamo costretti a interrompere le relazioni istituzionali, nostro malgrado”.

“Durante l’incontro con il presidente Conte, era stato fissato un percorso in due fasi, viene ricordato. “Prevedeva l’intesa in Unificata per sanare la presunta incostituzionalità di una norma che finanziava per 800 milioni di euro il bando periferie – riepiloga Decaro – quindi l’istruttoria di un iter per inserire nel primo decreto utile le risorse e fissare le procedure per riallocare i fondi. Oggi in Unificata era stata messa all’ordine del giorno l’intesa, un primo passo. Ma il governo, sollevando un problema di natura tecnica, risolvibile secondo noi se solo ce ne fosse stata la volontà politica, l’ha tolta”. Di qui la sospensione delle relazioni. Che riguarderà la Conferenza Unificata e la conferenza Stato-Città, cioè le sedi di concertazione istituzionale tra governo ed enti territoriali dalle quali passano tutti i provvedimenti dell’esecutivo, per l’acquisizione dei necessari pareri.

“Al viceministro Garavaglia che ipotizza interessi di parte e alla ministra Stefani che ci accusa di aver abbandonato il tavolo – conclude Decaro – ricordo che l’Anci rappresenta tutti i sindaci, a prescindere dalla provenienza geografica o dall’estrazione politica, come dimostra anche la composizione della delegazione al momento della rottura delle relazioni, e che la nostra disponibilità, con l’unico scopo di risolvere il problema, è stata massima dal primo momento. Circostanza che è stata sotto gli occhi di tutti”.

E la rottura delle trattativa ha imposto un primo stop istituzionale. La Conferenza delle Regioni ha precisato che, a “seguito della sospensione dei lavori della Conferenza Unificata odierna, non è stato possibile esprimere l’intesa”, sulla ripartizione dei 224 milioni del fondo nazionale per il sistema di educazione e istruzione 0-6 anni, rispetto alla quale “resta comunque l’avviso favorevole espresso in Conferenza delle Regioni e province autonome”.

Dallo staff del sindaco di Palermo Leoluca Orlando si evidenzia come la posizione assunta dal Presidente dell’Anci Sicilia e sindaco di Palermo contro questo accordo e la scelta di non accogliere il Premier Conte a Palermo rovi oggi conferma nei fatti.

Polemico anche il Presidente della Regione Nello Musumeci: “Più che facilitare gli investimenti nelle aree degradate del Paese, si sono congelati anche quelli già finanziati”».
La definitiva conversione in legge del ‘decreto milleproroghe’ che rinvia la copertura finanziaria per la riqualificazione di 120 periferie in Italia “è una decisione – continua il governatore – che in Sicilia blocca molti progetti (nei Comuni capoluogo e nelle Città metropolitane) che avrebbero portato investimenti per diverse centinaia di milioni di euro. Una scelta sbagliata perché penalizza, ancora di più, le aree già svantaggiate come la Sicilia: e a subirne gli effetti saranno i più deboli”.