I lavoratori di Fincantieri hanno scioperato stamane per tre ore insieme all’indotto e manifestato con un sit-in di fronte alla Prefettura per chiedere un tavolo istituzionale che affronti in via definitiva, per lo stabilimento Fincantieri di Palermo, le questioni dei carichi di lavoro e delle infrastrutture. I segretari di Fiom, Fim e Uilm e le Rsu di stabilimento nei giorni scorsi avevano chiesto un incontro all’azienda per sollecitare la ripresa del lavoro per il bacino 400 mila tonnellate, inutilizzato dal mese di maggio, il cui fermo ha generato lo stato di sofferenza dell’indotto. All’incontro la direzione aveva confermato l’assenza di previsione sui carichi di lavoro per il bacino in questione fino al mese di novembre ma anche dichiarato che le lavorazioni sono programmate solo fino al prossimo giugno.

“Continua ad essere una precisa scelta di Fincantieri – dicono i segretari generali di Fiom, Film e Uilm Angela Biondi, Ludovico Guercio e Vincenzo Comella – quella di assegnare lavorazioni minori a Palermo”. “Abbiamo chiesto al prefetto – aggiungono – la convocazione di un tavolo istituzionale per dare risposte definitive al Cantiere di Palermo per i carichi di lavoro e per le infrastrutture. Siamo di fronte solo a promesse mancate a partire dalla Regione Siciliana, a cui più volte abbiamo scritto per richiedere un incontro. Ma a tutt’oggi né il presidente Musumeci né l’assessore Turano hanno risposto”.

La delegazione ha anche rappresentato la grave situazione in cui versa l’indotto, che da maggio è senza commesse a causa del fermo del bacino da 400 mila tonnellate e ha esaurito gli ammortizzatori sociali. “Fincantieri – concludono i sindacalisti – non può continuare a programmare solo i prossimi sei mesi ma deve prevedere lavorazioni a lungo respiro anche per l’indotto. Continuiamo a chiedere carichi di lavoro al pari degli altri cantieri che hanno programmazioni certe per i prossimi 10 anni. Attendiamo ora una convocazione, certi che l’interessamento della prefettura possa sbloccare la situazione”.