Esenzione Tari delle aree dove si producono rifiuti speciali, si faccia chiarezza”. È questo, in soldoni, il cuore di un interrogazione indirizzata dal deputato 5 stelle alla Camera, Antonio Lombardo, al ministro dell’Economia e Finanze per cercare di fugare i mille interrogativi che le aziende produttrici di rifiuti speciali e i Comuni si pongono sul versante della tassa sui rifiuti.

La legge 27 dicembre del 2013 – afferma il deputato – non è chiarissima in questo senso. La normativa prevede l’esclusione dalla Tari delle superfici in cui si formano in maniera prevalente e continuativa rifiuti speciali, a condizione che i produttori di questi rifiuti dimostrino l’avvenuto e corretto smaltimento, diretto o indiretto, Ci sono però parecchie zone d’ombra e passaggi di dubbia interpretazione che mettono in gravi difficoltà le imprese e anche i Comuni, per cui è necessario fare chiarezza”.

Per questo Lombardo chiede al Ministero retto da Tria “se sono i produttori dei rifiuti speciali ad avere l’obbligo di dimostrare e delimitare le aree in cui si producono i rifiuti speciali da escludere dalla tassazione con la Tari”, “con quali modalità i produttori debbano adempiere a questo obbligo e come potranno dimostrare l’avvenuto smaltimento dei rifiuti speciali”, “su quale importo calcolare il rapporto con i rifiuti speciali assimilabili agli urbani avviati al recupero per calcolare la riduzione della parte variabile della Tari”.

“ Questa – afferma Lombardo – è una questione molto sentita dai produttori, considerato che per le aziende ci possono essere in ballo cifre di entità rilevante che, in momenti di congiuntura non eccessivamente positiva come gli attuali, potrebbero essere determinanti per la sopravvivenza delle imprese”