In Sicilia il trimestre estivo si chiude con una lieve crescita del tessuto imprenditoriale. Tra luglio e settembre, infatti, nell’Isola le iscrizioni presso i registri delle Camere di Commercio sono state 5.125 contro 4.573, con un saldo positivo di 552 imprese pari a un +0,12% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questi in sintesi i dati siciliani contenuti nell’ultima indagine di Movimprese, la rilevazione trimestrale condotta da Unioncamere-InfoCamere e rielaborata dall’Osservatorio economico di Unioncamere Sicilia. Complessivamente le imprese esistenti in Sicilia sono 464.712 (dato aggiornato al 30 settembre 2018), in leggera crescita rispetto ad inizio anno quando erano 462.625 (al 31 dicembre 2017).
“A passi lenti ma costanti – commenta il Presidente di Unioncamere Sicilia, Giuseppe Pace – la Sicilia continua a irrobustire il proprio sistema imprenditoriale composto per lo più da piccole e piccolissime imprese. Ogni trimestre nuove attività si aggiungono al totale di quelle esistenti con il risultato che il dato è sempre in costante crescita, segno che in Sicilia c’è voglia di rimboccarsi le maniche e fare impresa. Inoltre, l’aumento delle presenze turistiche e un’offerta culturale sempre più qualificata hanno spinto gli imprenditori a investire le proprie energie nel mondo del turismo e nei settori ad esso collegati, indicando anche la strada per il futuro. Le Camere di commercio sono in prima fila nell’azione di supporto dell’imprenditoria locale, dalla nascita di nuove imprese fino i servizi offerti a quelle già esistenti”.

“Se il totale delle imprese siciliane è sempre in leggero aumento – aggiunge Santa Vaccaro, segretario generale di Unioncamere Sicilia – diversa è invece la dinamica del settore artigiano dove prosegue una lenta emorragia di imprese: anche in questo trimestre, infatti, il numero delle cessazioni (1.022) ha superato quello delle iscrizioni (1.004) segnando un saldo negativo di 18 imprese”.
A livello nazionale, è stato il Mezzogiorno a trainare la crescita del tessuto imprenditoriale del paese nel trimestre estivo. Quasi il 40% dell’intero saldo (4.763 imprese su 12.453) è localizzato nel Sud che però, fra tutte le marco-aree, è anche quella che fa segnare la frenata più vistosa del tasso di crescita (-0,2%). Tra le regioni a primeggiare è il Lazio (+2.364), seguito da Lombardia (+1.965) e Campania (+1.668).