E’ guerra nel gruppo consiliare 5 Stelle al Comune di Palermo.  Ugo Forello, da quanto si apprende dalla pagina facebook del Movimento, non è più capogruppo a Sala delle Lapidi al suo posto Antonio Randazzo.

Una ‘bomba’ via social che in poche righe gli dà il ben servito a poche ore dalla sua presa di posizione e i suoi distinguo rispetto all’attacco ai giornalisti portato avanti dall’estabilishment del Movimento sull’onda dell’assoluzione per falso ideologico del sindaco di Roma Virginia Raggi.

“I consiglieri comunali e di circoscrizione del M5S di Palermo, nel ringraziare per il lavoro svolto in questi mesi il consigliere Ugo Forello, augurano buon lavoro al nuovo capogruppo Antonino Randazzo – recita il post della pagina del Movimento -. La rotazione, già prevista dall’inizio della consiliatura, sarà formalizzata domani presso gli uffici competenti con il passaggio di consegne. La rotazione del capogruppo è una delle caratteristiche distintive del M5S, volta a garantire ai vari portavoce eletti di rappresentare il Movimento 5 Stelle in Consiglio comunale”.

Un fulmine a ciel sereno per lo stesso Forello che sa molto di ‘azione punitiva’. L’ex candidato pentastellato  si dice totalmente non informato ufficialmente su quanto sta accadendo come racconta a BlogSicilia: “Non ho partecipato a nessuna riunione in cui è stata presa questa decisione, ho difficoltà a rappresentare cosa sia successo. Qualora ci fosse stata me ne rammarico perchè non c’è stata nessuna condivisione secondo quello che le regole del Movimento prevedono – spiega -. E’ vero a breve si sarebbe dovuta fare la rotazione del capogruppo ma queste non sono le modalità corrette sopratutto all’indomani di una mia presa di posizione, una cosa che considero molto grave rispetto alla libertà di manifestazione del pensiero, una coincidenza quanto mai anomala. La modifica del capogruppo va fatta all’interno della riunione del gruppo consiliare ed io non l’ho convocata nè ho avuto notizia di alcun incontro. Se confermato è un atto grave e di scorretezza totalmente fuori dalle regole, oltretutto  la capogruppo dopo di me doveva essere Giulia Argiroffi”.

Una ‘coincidenza’ quanto mai strana dopo le prese di posizione di Forello sia sull’attacco alla stampa sia sul decreto sicurezza.
“Ho espresso un disagio  non solo mio ma quello di molti elettori del M5S  rispetto al fatto che una forza politica deve avere un atteggiamento responsabile, io ritengo che alcune volte quando si utilizzano toni eccessivi o si fa di un’erba un fascio,  si commette  un errore, non si butta acqua sul fuoco. Una forza politica dovrebbe invece lavorare per l’armonia mentre molto spesso si elevano i toni dello scontro. Questo non significa che non penso che ci siano stati giornalisti che abbiano ‘massacrato’ ingiustamente la Raggi ma non si può attaccare un’intera categoria”.

Sulla permanenza nel Movimento di quello che sembra essere ormai l’ex capogruppo Forello si lascia tutte le porte aperte compresa quella di una fuoriuscita: “Valuterò anche la fuoriuscita, di certo io il bavaglio e la museruola non me la faccio mettere da nessuno, non si può impedire a nessuno di esprimere un pensiero divergente altrimenti siamo in una dittatura. Se quanto avvenuto è confermato lo ritengo un attacco ed un fatto inquietante”.
Una decisione che verrà nelle prossime ora dopo un confronto con gli altri attivisti: “Io continuo a fare la mia parte fino a quando avrò possibilità e lo spazio dentro il Movimento rappresentando una minoranza qualificata”.

A difesa e in solidarietà del consigliere si schiera il sindaco Leoluca Orlando: “Attacco alla libertà di stampa, dileggio dei cittadini con disabilità, controllo politico sulla divulgazione scientifica, proposte di legge per vietare il lavoro agli stranieri non solo migranti. Ora anche la repressione del dissenso interno. Per coloro che ancora avessero dubbi su ciò che sta avvenendo in Italia, la ‘epurazione’ di Ugo Forello dal Gruppo consiliare del Movimento Cinque Stelle non può che suonare come un definitivo campanello di allarme sulla deriva culturalmente e concretamente pre-fascista della maggioranza di governo gialloverde”.
“Rattrista vedere quel partito – prosegue -, nato come movimento che diceva di promuovere partecipazione e democrazia, ridotto a mera stampella di Salvini di cui scimmiotta metodi e proposte, in una folle corsa verso l’oscurantismo. In questo clima, non si può che chiamare alla resistenza tutti coloro che hanno a cuore non tanto la democrazia formale, quanto la possibilità di civile convivenza e il futuro del nostro paese e delle nostre comunità”.