Il 25 novembre è da quasi un ventennio la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. La tematica è tra le più delicate, ed è una di quelle con cui il cantautore palermitano Fabrizio Laudicina si confronta quotidianamente lavorando come educatore nella comunità di accoglienza per mamme e bambini «La casa di Hilde». Quando la ricorrenza è stata istituita, nel 1999, in Italia erano pochissimi i centri antiviolenza e le «case delle donne» sparse sul territorio, ma con il vertiginoso aumentare degli episodi l’attenzione verso l’argomento è cresciuta esponenzialmente.

Un giorno da leone – il brano firmato dal cantautore/educatore siciliano, che dalla mezzanotte di domenica 25 novembre sarà disponibile in tutti i negozi digitali – nasce proprio con lo scopo di sensibilizzare verso il tema anche chi non ha contezza del fenomeno. «Stavolta non ho voluto raccontare una storia – spiega Laudicina – ma analizzare con grande empatia il mondo interiore di chi subisce violenza. Ho ascoltato le storie di tante donne che ripercorrevano episodi devastanti e tramite il racconto raggiungevano la consapevolezza di essere vittime». L’esperienza diretta sul campo è stata «il motore principale», la molla che ha spinto Fabrizio a scrivere: «Una mamma che ha alloggiato con i propri figli nella nostra struttura mi ha descritto un lato della violenza che non conoscevo e di cui volevo parlare. Ho pensato di farlo con una canzone perché per me la musica è un messaggio. In questo caso spero che una cosa semplice come la musica possa aiutare le persone ad alzare la testa, a vivere “un giorno da leone” ribellandosi alla violenza».

La produzione artistica del brano è stata ancora una volta affidata al musicista partenopeo Peppe Migliaccio, già al fianco di Laudicina nel singolo precedente, La scala. Ne è uscito un singolo pop a metà fra l’elettronica e le sonorità orchestrali: «Tutte le mie canzoni più recenti orbitano nel mondo del sociale – spiega Laudicina – che mi influenza nel quotidiano. Conto di metterle tutte insieme in una raccolta, per raccontare i più deboli in ogni loro sfaccettatura».