“Se Davide Faraone deciderà di insediarsi forte del pronunciamento della Commissione che lo ha proclamato segretario senza interpellare la base e senza far svolgere neanche le Primarie non potremo che fare opposizione interna dura. Non si tratterà del segretario del Pd siciliano ma solo del segretario della sua corrente”.

Non ci sta Teresa Piccione a far passare sotto silenzio quanto accaduto. La scelta della commissione regionale di proclamare Faraone segretario, senza far svolgere le primarie dopo il polemico ritiro della candidatura proprio della Piccione, per la concorrente del renziano è l’ennesima violazione delle norme interne.

Faraone era rimasto l’unico candidato in corsa, infatti, dopo il ritiro di Teresa Piccione, area Zingaretti, che aveva accusato la commissione nazionale di garanzia di avere stravolto le regole del partito stabilendo il rinvio dei congressi provinciali e di circolo a dopo le primarie.

“Noi continueremo a fare quello che abbiamo sempre fatto – dice Piccione a BlogSicilia – consulteremo gli iscritti, i circoli, i cittadini. Faremo ciò che in questa vicenda è mancato: ascolteremo la base, applicheremo il principio democratico della consultazione”.

L’area Zingaretti, dunque, parte dalle manifestazioni. Oggi l’incontro a Catania, domenica incontro analogo a Palermo, mercoledì a Messina e così via dicendo. Saranno incontri ma anche una sorta di protesta interna.

Ma le iniziative non saranno solo di natura politica ma anche giudiziaria. Si parla di un esposto in procura che Piccione e compagni starebbero valutando: “Escludo che si scenda sul penale – dice ancora Piccione a BlogSicilia – gli avvocati stanno, piuttosto, valutando un ricorso amministrativo. Potremmo rivolgerci al Tar perché si pronunci su tutte le procedure che sono state seguite tanto a Palermo quanto a Roma, nella valutazione delle vicende siciliane”.

Faraone pe ril momento resta in silenzio, rimanda ad una conferenza stampa di domani ogni dichiarazione e si affida ai social “Domani, sabato 15 dicembre, ci vediamo alle 12 nella sede del Pd, in via Bentivegna a Palermo. Vi aspetto! #porteAperte” e ne approfitta lanciando l’hashtag #porteAperte.

La guerra interna al Pd, dunque, non è conclusa: tutt’altro. L’approdo della vicenda nei tribunali siciliani sembra più che probabile ma la battaglia comincerà dalla piazza virtuale degli iscritti al Pd, prima nelle tre Città Metropolitane e poi anche nelle altre sei province.

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