Sponde Sonore, rassegna di musica e danza creata da Arci Tavola Tonda giunta alla terza edizione, moltiplica le iniziative durante i prossimi mesi con i concerti per la stagione 2018-2019.
Il meglio della musica popolare e di tradizione, intesa nel senso più ampio possibile, dentro la cornice dei Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo.

PROGRAMMA DEI CONCERTI

★ WARSAW VILLAGE BAND – 28/12/2018
in collaborazione con CRE.ZI. PLUS

★ GINEVRA DI MARCO – 03/01/2019

★ BABA SISSOKO – 19/01/2019

★ MATRIMIA – 22/02/2019

★ MATILDE POLITI – 08/03/2019

★ AMBROGIO SPARAGNA – 22/03/2019

★ TRIO NAHAWAND – 12/04/2019

★ SULLE ORME DEI SUONI – 27/04/2019

★ TRIZZIRIDONNA – 10/05/2019

Ingresso riservato ai soci Arci.

Per info e prenotazioni: info@tavolatonda.org

GLI ARTISTI

WARSAW VILLAGE BAND – 28 dicembre 2018

Arriva a Palermo la WARSAW VILLAGE BAND, uno dei simboli della nuova musica dell’Europa orientale che combina la tradizione con elementi moderni, suscitando reazioni entusiastiche da parte sia del pubblico rock che dei tradizionalisti.
Il successo internazionale della Warsaw Village Band/Kapela ze Wsi Warszawa deriva dal grande amore dei musicisti per il proprio patrimonio musicale; tuttavia, la conservazione non significa restauro ma – come per i Pogues o Les Negresses Vertes – rianimazione, il trasporto dello spirito delle vecchie canzoni nel qui e ora: la polka ottiene un colpo di techno, e nonostante la strumentazione acustica, la band evoca suoni che hanno un forte impatto elettrico.
La BBC ha, infatti, affermato che il “sound signature di WVB è formato da un tradizionalismo intransigente, aggiornato con un’estetica punk rock “, mentre per ROOTSWORLD il suono dei WVB è “orgoglioso, indagatore, rivoluzionario, eseguito magistralmente, intriso di un entusiasmo giovanile che ti rivitalizza ad ogni ascolto”.
Infine, per il NEW YORK TIMES “le canzoni tradizionali polacche, con le loro voci taglienti e le armature a maglie sono le fondamenta del repertorio della Warsaw Village Band. Ma mentre la loro formazione è principalmente acustica – tamburi a mano, dulcimer, violini, violoncello – la loro sensibilità è moderna”.
Un concerto da non perdere.

In collaborazione con CRE.ZI. PLUS.

GINEVRA DI MARCO – 3 gennaio 2019

Donna Ginevra e le Stazioni Lunari è uno spettacolo che ripercorre gli ultimi sei anni della ricerca musicale di Ginevra Di Marco, volta a scoprire e riscoprire pezzi della tradizione popolare a partire dal bacino del Mediterraneo fino alle coste del Sudamerica e oltre.
In questi anni Ginevra ha incrociato volti, suoni, memorie, ha fatto suoi canti in lingue diverse provenienti da tutto il mondo, si è confrontata con artisti del panorama nazionale in uno scambio musicale e umano, ha approfondito tematiche sociali importanti che oggi sono il nodo cruciale del nostro vivere: lavoro, emigrazione, corruzione, condizione della donna, sostenibilità ambientale. Il tutto legato all’immensa tradizione popolare che ha nella musica un veicolo per essere tramandata di generazione in generazione.
Durante il concerto un susseguirsi di emozioni e colori diversi che, qua e là, danno spazio anche al patrimonio cantautorale da cui Ginevra nasce e a cui è indissolubilmente legata: Battiato, CSI, De Andrè, Leo Ferrè, Modugno sono solo alcuni dei capisaldi che caratterizzano la cifra stilistica della cantante fiorentina.
Un concerto che vuole coinvolgere il pubblico in un’onda emotiva continua.

BIO
Ginevra Di Marco (Firenze 1970) appare nel 1993 quando partecipa come ospite in Ko de mondo primo disco dei CSI. Le sue qualità vocali la fanno subito notare, e già dal seguente disco In quiete, registrato dal vivo, la si può considerare prima voce al fianco di Giovanni Lindo Ferretti, cantante del gruppo. Con il Consorzio Suonatori Indipendenti resterà per i dieci anni successivi, condividendo tutti gli album in studio e i tour.
Dal 1999 inizia una parallela carriera solista con la collaborazione di Francesco Magnelli, anch’egli membro dei CSI. La prima è una produzione insolita, che vede la cantante musicare dal vivo le immagini del film muto Il fantasma dell’opera del 1920 (con Lon Chaney).
Sempre nel 1999 esordisce da solista con l’album Trama tenue, con il quale vince la Targa Tenco e il Premio Ciampi come miglior disco di esordio. Collabora inoltre con Max Gazzè (con il quale tra il 2001 e il 2002 condividerà un intero tour teatrale nei teatri) e Cristiano Godano dei Marlene Kuntz, ospiti entrambi nel suo disco.
Nel 2001, allo scioglimento dei CSI, continua la collaborazione con alcuni componenti del gruppo attraverso il nuovo progetto PGR, dove cura molte delle linee melodiche dei testi scritti da Ferretti nell’omonimo disco.
Nel 2004, assieme a Magnelli, lascia i PGR per seguire altre direzioni. Si arriva così a Disincanto (2005), frutto dolciastro dal cuore amaro, undici episodi di grande versatilità. La coerenza del percorso di Ginevra rimane intatta, non si disperde e raccoglie il frutto di tutte quelle esperienze che le hanno insegnato il mestiere dell’essenzialità e della floridezza, il peso specifico delle sfumature, la complessità dello stare al mondo, su questo mondo, in questo tempo.
Nei due anni successivi Ginevra si dedica quasi esclusivamente alla grande esperienza musicale e di vita intrapresa con lo spettacolo Stazioni Lunari. La natura itinerante del progetto, ideato da Francesco Magnelli, le permette di allargare ulteriormente gli orizzonti.
Il concerto è un evento che ogni volta si rinnova di artisti diversi ma ugualmente stimolati dal partecipare a uno spettacolo che si allontana dall’idea di kermesse per diventare una condivisione reale e compartecipata di musica.
Ginevra impara a comprendere e a interagire con altre situazioni capendo finalmente che è nell’apertura verso le altre culture il suo fuoco di interesse e il suo destino.
Da qui inizia il suo nuovo grande viaggio: quello che parte dalla tradizione della sua Toscana per allargarsi ai canti popolari del Mediterraneo.
Arriva così a registrare Stazioni Lunari prende terra a Puerto Libre, uscito nel novembre 2006. Canti dal margine della Storia, da un mondo profondo e dimenticato: Romania, Ungheria, Grecia, i Balcani, gli Slavi, i Rom, il Portogallo, la Bretagna, il Messico, il Cile, gli italiani del Sud e quelli di Toscana. Arrangiamenti e rivisitazioni volti a coinvolgere il pubblico con il calore ed il sapore delle feste di paese, delle danze, della musica cantata dalla gente, rivisitazioni realizzate con il fondamentale apporto di Francesco Magnelli al piano e Andrea Salvadori alle corde con i quali la collaborazione continua in un sodalizio che, anche negli anni a venire, si farà sempre più costante e intenso.
Nello stesso solco si inserisce Donna Ginevra (2009), ancora un viaggio nel profondo delle tradizioni e dei margini, recuperando brani come frammenti di Storia più o meno sommersa e dimenticata. Passando da Napoli a Cuba, dalla Bretagna al Lazio, dalla Toscana al Cilento e ai Balcani, la voce di Ginevra si conferma interprete a tutto tondo sposando con trasporto e generosità la vitalità delle proteste popolari, le doglianze e le meditazioni sulla difficile arte di stare al mondo, i volti diversi e complementari dell’amore. Da sottolineare infine l’inclusione in scaletta di due pezzi firmati Luigi Tenco e Pino Daniele, quasi si intendesse additare quel legame tra canzone d’autore e vita ad altezza d’uomo un tempo saldissimo e oggi parecchio più labile, o se preferite astratto.
Il disco vince la Targa Tenco 2009 per la migliore interpretazione.
Nel 2011 esce un nuovo lavoro discografico dal titolo Canti, richiami d’amore. Nato da un’esperienza live, ovvero il concerto di Natale 2010 presso la basilica di Santa Croce a Firenze, il disco è una registrazione studio in presa diretta di quell’esperienza: un excursus tra la canzone d’autore e quella popolare; brani tratti dal cantautorato italiano di qualità e dalla secolare produzione delle varie regioni d’Italia.
Sempre nello stesso periodo si crea un meraviglioso sodalizio tra Ginevra e la grande scienziata Margherita Hack: entrambe fiorentine, decidono di creare uno spettacolo che, tra musica e parole, racconti il’900 e la storia più moderna del nostro paese, tra i limiti, le risorse e la speranza di cambiamento.
Nasce così L’Anima della terra vista dalle Stelle, uno spettacolo dal vivo che troverà grande riscontro per i cinque anni successivi nei teatri di tutta Italia.
Margherita Hack racconta il suo Novecento. Il fascismo, la rinascita del dopoguerra, la fine del secondo millennio, affronta tematiche sociali scottanti quali immigrazione-emigrazione, nuove energie, lavoro, corruzione. Ginevra canta canzoni come Amara terra mia e Malarazza di Domenico Modugno, Gracias a la vida di Violeta Parra, Montesole dei PGR in una struttura di spettacolo in cui il racconto di Margherita Hack è “la memoria”, il canto di Ginevra Di Marco è “il motivo”. Fondamentale l’apporto di Andrea Salvadori e Francesco Magnelli che sul palco, oltre a suonare, interagiscono con Margherita con interventi, domande e battute sagaci che contribuiscono a provocare quelle risposte cariche di simpatia e spontaneità proprie della Prof. Hack e che l’hanno resa popolare e amatissima dagli italiani.
Dallo spettacolo viene tratto un libro corredato da un DVD contenente un film documentario con la regia di Andrea Salvadori.
Negli ultimi anni Ginevra continua ad incrociare volti, suoni, memorie, e fa suoi canti in lingue diverse, si confronta con artisti del panorama nazionale e internazionale in uno scambio musicale e umano.
A questo proposito citiamo il tour nell’estate 2014, con L’orchestra di Piazza Vittorio, un fantastico ensemble di 18 musicisti provenienti da dieci diversi paesi del mondo.
Nel 2015 avviene uno degli incontri più prestigiosi nella carriera di Ginevra Di Marco:
nella cornice del “Dedica Festival” di Pordenone, festival di letteratura dal mondo giunto alla sua XXI edizione, si concretizza l’incontro tra Ginevra e lo scrittore Luis Sepulveda, suo grande estimatore seppur Ginevra mai lo avrebbe immaginato.
Nasce il reading poetico-musicale Poesie senza patria dove Luis Sepulveda e la moglie, la poetessa Carmen Yanez, leggono molte delle loro poesie accompagnate dalla musica del trio di Ginevra che costruisce, come sempre, una tessitura musicale, tra concetti e richiami, che perfettamente si sposa con la natura poetica degli autori.
Lo spettacolo riscuote un enorme successo e viene riproposto l’anno successivo, a maggio 2016, a Perugia nella storica Sala dei Notari.
Sempre nel 2015 partecipa alla riedizione di quel “Bella Ciao” che é stato il più influente spettacolo folk del secolo scorso. Il progetto porta il nome de Il nuovo Bella Ciao; la direzione artistica è affidata da Franco Fabbri a Riccardo Tesi con gli arrangiamenti curati in collaborazione con Andrea Salvadori.
Sul palco Ginevra canta con due importanti esponenti del folk e della musica popolare: Elena Ledda e Lucilla Galeazzi.
Lo spettacolo viene selezionato al Womex nell’ottobre 2016 e si appresta ad effettuare un importante tour europeo nei prossimi mesi.
Sempre nel 2015 viene invitata come Madrina al Premio Bianca D’Aponte.
Nel 2016 riceve il Premio Maria Carta.
L’ultimo progetto di Ginevra Di Marco è un disco dedicato a Mercedes Sosa, la più grande cantora dell’America Latina e simbolo della lotta per i diritti civili in Argentina.

BABA SISSOKO – 19 gennaio 2019

Nato a Bamako nel Mali, BABA SISSOKO è maestro indiscusso del TAMANI (talking drum) che ha imparato a suonare durante la sua infanzia (grazie agli insegnamenti di suo nonno Djeli Baba Sissoko) e dal quale estrae con una naturalezza sbalorditiva tutte le note con un solo gesto.
Eccelso polistrumentista suona anche lo ngoni, il kamalengoni, la chitarra, il balaphon, la calebasse, l’Hang e… canta!
Signore e signori un griot sul palco di Arci Tavola Tonda!

BIO
Originario di una grande dinastia di griot del Mali, il cui ruolo nella tradizione è quello di riconciliare i cuori e gli animi, è stato il primo ad introdurre il suono del tamani nella musica moderna maliana. Nelle composizioni musicali di Baba Sissoko, grande influenza ha l’Amadran, che è una ripetitiva ed ipnotica struttura musicale tipica del Mali dalla quale, secondo il parere di numerosi ricercatori, ebbe origine il blues.
Il suo stile è estremamente originale: Baba ama integrare alle melodie ed ai ritmi propri della tradizione musicale del Mali (Bambara, Peul, Mandinghi e Sonrai), le sonoritè del jazz e del blues, creando un fantastico e originale effetto musicale.
Questo è possibile anche grazie alle sue numerosissime esperienze con musicisti provenienti da contesti e culture musicali completamente diverse dalle sue.
La sua capacità di suonare una vasta gamma di strumenti e la sua estrema sensibilità verso gli altri generi ed altre espressioni musicali, lo hanno portato a collaborare con moltissimi musicisti di fama internazionale. Sui palchi di tutti i continenti, duettando con gli artisti più vari, da Dee Dee Bridgewater a Gegè Telesforo, da Omara Portundo a Roberto Fonseca, da Simon Phillips a Enzo Avitabile, da Fatoumata Diawara a Rokia Traorè, solo per citarne alcuni, negli ultimi lavori Baba si è divertito a collaborare con Luca Sapio (nell’album “Three Gees”), ospitando Corey Harris (Grammy winner, protagonista del notissimo documentario “Dal Mali al Mississippi” diretto da Martin Scorsese) e con DJ Khalab, nell’album “Khalab & Baba”, uscito a ottobre 2015, con un brano del quale (“Tata”) ha vinto il premio Track of the Year all’edizione 2016 dei Gilles Peterson Worldwide Awards, cerimonia annuale organizzata dal DJ della BBC Gilles Peterson.
In una recente intervista su Rockit.it, Baba spiega il suo pensiero sulla musica: “…la mia musica non è solo una cosa mia, per me, ma è di tutti. Io credo che l’unica cosa vera che rimanga su questa terra sia la musica. La musica per me è una cosa importantissima, perché chi capisce la musica, capisce il valore delle cose che fa, capisce il valore dell’amore. … Io sono innamorato della musica, mi piace, senza musica io non posso vivere, questo l’ho imparato negli anni. Per questo per me la musica è pace.”
Ad oggi è il leader di diverse formazioni musicali quali: Baba Sissoko Solo; Baba Sissoko Afroblues – African Griot Groove; Baba Sissioko Jazz ®Evolution; Baba Sissoko “Three Gees”; Baba Sissoko & Djana Sissoko Duo, Baba Sissoko & Mali Tamani; Baba Sissoko & Taman Kan; Baba Sissoko Black Rock, Baba Sissoko & Antonello Salis duo, Baba Sissoko Nicodemo feat Lilies on Mars, Baba Sissoko Mediterranean Blues.

MATRIMIA – 22 febbraio 2019

Il suono dei Matrimia è uno straordinario e trascinante mix zingaro, balcanico, arabo, ebraico con influenze della chanson française, del jazz manouche, della musica mediterranea ma anche del reggae, elettronica, ska e del pop rock.

Il nome Matrimia (in italiano Mamma Mia) è un’espressione comunemente usata in Sicilia per richiamare qualcosa di emozionante e che lascia increduli, proprio come i loro concerti, dai quali emerge tutta la loro anima, allo stesso tempo festosa e musicalmente raffinata.
Dal 2005, anno di nascita della loro line up attuale, hanno condiviso il palco con artisti di fama internazionale, quali Boban Marcovic, Naat Veliov & The Original Kocani Orchestar, Giovanni Sollima, Roy Paci & Aretuska, Shantel, Besh O Drom, Parno Gratzt, Bandabardò, 99 posse, Donatella Rettore, Nada, condotto svariate tournée in Italia, Francia e Belgio e suonato in festival internazionali come il Sete Sois Sete Luas in Grecia o il Couscous Fest di San Vito Lo Capo.
Di recente, hanno partecipato al TRINACRIA Green Festival di Collesano, i 30 anni del Festival della Fisarmonica di Tulle in Francia, CONTAMIN-AZIONI al Teatro Libero, al Palermo Street Food Fest, al Sicily Food Festival di Cefalù, Notte di Zucchero al Teatro Politeama di Palermo, sono stati chiamati da JOE BASTIANICH per “On The Road” SKY-ARTE USA/EUROPE e hanno suonato alla NOTTE DELLA TARANTA a Castrignano dei Greci in Puglia.

I Matrimia sono:
Daniele Tesauro: fisarmonica, chitarra, groovebox
Dario Compagna: clarinetto
Alessio Costagliola: Chitarra Elettrica
Roberto Ferreri: basso, voce
Giacomo Di Domenico: batteria, darbouka
Davy Deglave: voce

MATILDE POLITI – 8 marzo 2019

Matilde Politi, nata a Palermo, laureata in Antropologia Culturale alla Sapienza di Roma nel 1999, lavora tra musica e teatro dal 1992.
La sua formazione teatrale avviene soprattutto presso la Fondazione Pontedera Teatro (1995-96), nell’ambito dunque del teatro di ricerca; lavora negli anni in numerose produzioni teatrali, come attrice, cantante e musicista, nonché come creatrice delle parti musicali degli spettacoli e come trainer vocale degli attori.
Gli studi musicali cominciano nel 1985 con lo studio del pianoforte e solfeggio, per passare poi da autodidatta allo studio della chitarra, della fisarmonica e del canto dal 1990.
Durante gli anni porta avanti un percorso di autoformazione, affiancato da un costante lavoro di ricerca e sperimentazione, e da una intensa attività di concerti.
Dal 2000 sceglie di dedicarsi esclusivamente al lavoro di ricerca sul repertorio di tradizione orale siciliano, ricerca che si allarga costantemente al riferimento alle musiche tradizionali di area mediterranea; da allora, come cantante, accompagnandosi con chitarra, fisarmonica e tamburello, ha suonato in tante piazze grandi e piccole della Sicilia e d’Italia, partecipato a numerosi festival di musica popolare, anche all’estero (Spagna, Svizzera, Tunisia, Mali, Francia, Grecia, Paesi Bassi, Belgio, Germania, Canada), come interprete del canto monodico di tradizione orale siciliano, con la missione di riportare alla “popolarità” brani scomparsi dal paesaggio sonoro contemporaneo.
Ha dato vita, contribuito o partecipato a diversi gruppi, sia nel teatro che nella musica, realizzando collaborazioni artistiche con artisti locali e stranieri di area non solo etnico-popolare, ma anche jazz e contemporanea, cantautorale, e classica. Dal dicembre 2003 porta avanti a Palermo e in Sicilia una attività di ricerca e monitoraggio delle tradizioni locali siciliane e palermitane in particolare, affiancata da una serie di progetti finalizzati alla valorizzazione, alla condivisione e diffusione della musica popolare.

Ha al suo attivo sette album:
“A TIRANNIA – Canti Politici e Storici del popolo in Sicilia”, Teatro Del Sole 2007
“SUGNARI” – Trio Ma’arìa (Valeria Cimò/Zsivkov Lajos/Matilde Politi) Folkclub Ethnosuoni 2007
“MATILDE POLITI – Si eseguono riparazioni dell’anima”, produzione ArcimiccicA 2008
“FOLKSONGS FROM SICILY” – Matilde Politi, Arc Music 2009
“D’AMURI, GILUSIA, SPARTENZA E SDEGNU – L’amore sensuale nei canti tradizionali siciliani.“ – Matilde Politi 2004/2012
“CANTATA NO MUOS” Matilde Politi 2013
“VACANTI SUGNU CHINA. Sicilian Folksongs” Felmay Records 2013

Vincitrice nel 2009 del Premio Rosa Balistreri. Nel 2010 vince il premio per la migliore colonna sonora al Napoli Film Festival, con il film Profumo di lumia del regista Joel Stangle.
Vincitrice del Premio Teresa Viarengo 2010.
Nel 2011 la canzone Matri Terra dall’album “Matilde Politi. Si eseguono riparazioni dell’anima” viene selezionata come colonna sonora della giornata mondiale della Terra (Earth Day 22-04-2011).
Selezionata come unico gruppo italiano BABEL MED MARSEILLE 2012 Vincitrice del premio Casa Memoria Peppino Impastato, all’interno della 7°Edizione Premio Musica Contro le Mafie (2016), con la Cantata No Muos

AMBROGIO SPARAGNA – 22 marzo 2019

Torna a trovarci Ambrogio Sparagna e ci regalerà un concerto accompagnato dall’Orchestra di Arci Tavola Tonda, un ensemble di 40 elementi formato dagli allievi e dalle allieve della Scuola di Musica dell’associazione palermitana.
Musicista, ricercatore, direttore d’orchestra, Maestro concertatore per la Notte della Taranta, direttore dell’Orchestra Popolare Italiana dell’Auditorium Parco della Musica di Roma… vi può bastare per non prendere altri impegni?

Bio
Figlio di musicisti tradizionali di Maranola (LT), studia Etnomusicologia all’Università di Roma con Diego Carpitella con cui realizza numerose campagne di rilevamento sulla musica popolare italiana. Nel 1976 dà vita alla prima scuola di musica popolare contadina in Italia presso il Circolo Gianni Bosio di Roma dove nel 1984 fonda la Bosio Big Band, un’originale orchestra d’organetti con cui nel 1988 mette in scena Trillillì, Storie di magici organetti ed altre meraviglie, un’opera ” folk” che utilizza la favola come espediente narrativo. Inizia una lunga attività concertistica in Francia e in Europa insieme a Lucilla Galeazzi e Carlo Rizzo con cui pubblica in Francia nel 91 l’album Il Trillo.
Nel 1992 scrive l’opera Giofà il servo del Re e nel 1993 la cantata Voci all’aria per Radio Tre Rai.
Nel 1995 pubblica l’album Invito e compone La via dei Romei. L’opera, che ha fra i suoi protagonisti Francesco De Gregori nel ruolo di cantastorie, viene accolta con ampi consensi al Grand Prix Italia ’96. Per il bicentenario della nascita di Giacomo Leopardi compone la cantata Un canto s’udia pe’ li sentieri, trasmessa in diretta radiofonica Rai per le celebrazioni leopardiane.
Nel 1999 compone per l’Accademia della Canzone di San Remo le musiche per Sono tutti più bravi di me, un musical diretto da Emanuela Giordano e mette in scena per il Festival Musicorum Tempora di Villa Adriana La serva padrona di Pergolesi, che ha fra gli interpreti Lello Arena nel ruolo di Vespone.
Per il Giubileo compone una Messa popolare per soli, coro, assemblea, orchestra d’archi e strumenti popolari che viene presentata a Ravenna nel Duomo e a Roma nella Chiesa di S. Ignazio.
Pubblica l’album L’avvenuta profezia, Viaggio nelle Pastorali e nei repertori del Natale.
Nell’Aprile del 2001 ospite con la Bosio Big Band dei Concerti di Radio Tre dalla Sala Paolina del Quirinale e pubblica l’album Vorrei ballare. A dicembre mette in scena Voi ch’amate una sacra rappresentazione per attori, soli, coro e orchestra di strumenti popolari.
Nell’estate del 2002 compone con Giovanni Lindo Ferretti Attaranta. Tradizione/Tradimento e nella primavera del 2003, su commissione della Regione Basilicata, Passaggio alla città, un’originale cantata su testi di Rocco Scotellaro. Nell’inverno del 2003 compone con Lindo Ferretti l’oratorio sacro Litania che viene presentato in diretta radiofonica dalla Cappella Paolina del Quirinale e successivamente pubblicato dalla Eidel. Contemporaneamente pubblica il suo decimo album dal titolo Ambrogio Sparagna dove riveste un inedito ruolo di cantastorie
Dal 2004 al 2006 è Maestro concertatore del Festival la Notte della Taranta dove per l’occasione fonda una grande orchestra di sessanta elementi composta da strumenti popolari, con cui dà vita per tre anni di seguito a spettacoli straordinari a cui prendono parte decine e decine di migliaia di spettatori e a cui partecipano in qualità di ospiti anche Franco Battiato, Francesco De Gregori, Lucio Dalla, Gianna Nannini, Carmen Consoli, Piero Pelù, Francesco Di Giacomo, Giovanni Lindo Ferretti , Peppe Servillo e tanti altri. Con l’Orchestra popolare della Notte della Taranta realizza alcuni grandi concerti in Italia e all’estero, in particolare in Cina nel maggio del 2006 con un grande concerto a Pechino. I risultati di questo lavoro sono stati pubblicati in due dischi, registrati dal vivo in occasione dell’edizioni 2005 e 2006 della Notte della Taranta,editi dall’Auditorium Parco della Musica di Roma.
Nell’inverno del 2006 pubblica l’album Fermarono i cieli, dedicato ai canti popolari sacri del repertorio di Natale.
Nell’inverno del 2006 il Ministro dei Beni Culturali Francesco Rutelli lo nomina consulente per la musica popolare nella Commissione ministeriale per la tutela e promozioni delle tradizioni popolari. Nell’estate del 2007 fonda l’Orchestra Popolare Italiana dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, un grande gruppo strumentale residente all’interno dell’Auditorium allo scopo di promuovere il repertorio della musica popolare italiana.
Collabora al Ravenna Festival realizzando delle produzioni originali fra cui il Dante Cantato, uno spettacolo che propone alcuni canti della Divina Commedia cantati secondo lo stile musicale dei pastori e Sale un canto mentre cala il sole, uno spettacolo che realizza nelle saline di Cervia.
Ha inoltre al suo attivo un’intensa attività concertistica internazionale realizzata periodicamente in numerosi paesi europei ed extraeuropei; un’ampia esperienza di didatta realizzata anche in ambito universitario, in particolare a Parigi dove ha insegnato Etnomusicologia nel biennio 1991/1992 presso l’Ottava Università, e la pubblicazione di numerosi saggi e documenti audiovisivi sulla musica popolare italiana.

TRIO NAHAWAND – 12 aprile 2019

Nahawand è uno fra i tanti modi musicali utilizzati all’interno della musica appartenente al mondo islamico, dalla Persia al Marocco.
Il Trio nasce nel 2013 dall’incontro di tre dei docenti della Scuola di musica e danze di Tavola Tonda. Il progetto musicale si incentra sullo studio e la riproposizione di musiche provenienti da diversi luoghi in cui la cultura islamica si è insediata, dal Marocco all’Iraq, dalla Turchia all’Egitto.
Trio Nahawand è composto da:
Said Benmsafer – oud,
Michele Piccione – percussioni,
Alessandro Venza – chitarra.

SULLE ORME DEI SUONI. Lezione-concerto condotta da Michele Piccione – 27 aprile 2019

Un viaggio nella cultura musicale mediterranea ed europea, attraverso il suono e i repertori degli strumenti musicali tradizionali che nei secoli sono stati prodotti, in uno spettacolo in cui si prevede una continua interazione e stimolazione del pubblico.
I partecipanti avranno modo di cogliere le somiglianze e le differenze che connotano le varie identità culturali europee e mediterranee, che esplicano buona parte del proprio apparato simbolico proprio attraverso la produzione di musica e strumenti musicali.

Gli strumenti verranno raccontati e suonati tenendo conto delle categorie organologiche a cui appartengono, avremo così, della famiglia degli aerofoni: zampogna a paru, zampogna a chiave modificata, cornamusa scozzese, gaita galiziana, flauto di canna, doppio flauto, brogna, duduk armeno, chalumeau. Della famiglia dei membranofoni: tamburi a cornice del meridione d’Italia, tamburi a cornice magrebini e mediorientali, bodhran irlandese, tamburello politimbrico, tamburo a bandoliera bipelle rullante. E ancora degli idiofoni: marranzano (in tutte le sue forme e provenienze), azzarinu, castagnette, cucchiai, conchitas, zils magrebini, ossa, cajon. Infine, i cordofoni con la chitarra Battente e la lira calabrese.

TRIZZIRIDONNA – 10 maggio 2019

TrizziRiDonna è un gruppo di ricerca che compone la propria musica a partire dalle voci e dalle percussioni, accompagnate dalle corde della chitarra. Nella memoria arcaica della Sicilia esistono rappresentazioni di triadi di figure femminili; centinaia di terracotte raffiguranti sacerdotesse devote a Demetra usavano voce, tympanon e kithara come strumenti sacri.
Così il repertorio dei canti e dei racconti di TrizziRiDonna si concentra sul paesaggio sonoro della Sicilia tradizionale da un punto di vista fortemente al femminile; racconta quadri di un mondo arcaico che ha lasciato le sue tracce profonde sul vivo della nostra pelle e ricrea suggestioni, paesaggi interiori, memorie di questa terra e della sua antica cultura ricca di saggezza e umanità, di sapienza e poesia. Un patrimonio che in breve tempo è caduto nell’oblio, eclissato dalla società industriale.
La varietà delle musiche ricorda le tappe delle culture che hanno toccato l’isola – da quella grecobizantina alla arabo-berbera, dalle comunità ebraiche alle corti normanne o aragonesi – fino a creare un
dialetto musicale mediterraneo, come quel miscuglio di siciliano/spagnolo/arabo che usavano i marinai e che fu chiamato Sabìr.
Canto, musica e racconti si condizionano e completano a vicenda, formando un insieme indissolubile e armonico.