Ecco i fermati nell’operazione antimafia a Palermo.

Sono Carmelo Cacocciola, nato a Palermo 65 anni, Leandro Greco, nato a Palermo, 28 anni, Erasmo Lo Bello, nato a Palermo, 62 anni, Calogero Lo Piccolo, nato a Palermo, 46 anni, Pietro Lo Sicco, nato a Palermo 70 anni, Giuseppe Serio, nato a Palermo, 39 anni, Giovanni Sirchia, nato a Palermo, 46 anni.

“Quello che si era affermato era decisamente un asse palermocentrico. Greco voleva tagliare fuori i mandamenti di paese e creare una commissione oligarchica e palermocentrica”.

Lo ha spiegato, a proposito delle dinamiche interne alla mafia palermitana, venute fuori nell’ultima inchiesta della Dda di Palermo, l’aggiunto Salvo De Luca che ha coordinato l’indagine che ha portato al fermo di sette persone tra cui il nipote di Michele Greco, Leandro, accusato di essere il nuovo capomandamento di Ciaculli-Brancaccio. “C’era stata un’animata discussione e uno dei capi della mafia di paese, Bisconti, ora pentito, avrebbe cercato di bloccare il programma di Greco ma la cosa non si era chiusa”, ha detto. De Luca ha anche spiegato che il ricorso ai provvedimenti di fermo è stato determinato dal fatto che Greco e l’altro capomafia fermato, Calogero Lo Piccolo, stavano per fuggire.

“Le due collaborazioni con la giustizia, che si sono realizzate peraltro in tempi record a solo un mese dall’arresto dei boss che hanno poi scelto di tagliare i ponti con la mafia, testimoniano il fallimento di un progetto. Bisconti e Colletti collaborano perché il progetto di ricostituzione della Commissione è fallito e loro devono constatare l’assenza di una prospettiva nel futuro”. Lo ha detto, in conferenza stampa, il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi commentando l’apporto dato da due nuovi pentiti all’indagine che oggi ha portato sette fermi e confermato il piano di ricostituzione della Cupola scoperto a dicembre scorso.

“Le indagini hanno dimostrato che qualunque tentativo di riorganizzazione tentato nel tempo è fallito – ha spiegato – Il futuro non è lì, devono capirlo gli uomini di cosa nostra”. I due nuovi pentiti hanno dato un contributo fondamentale all’indagine. “Si tratta di una collaborazione con caratteristiche promettenti – ha spiegato – Entrambi Conoscono molto di cosa nostra ma anche dell’esterno”. Lo Voi ha sottolineato la collaborazione di polizia e carabinieri che sinergicamente hanno condotto l’inchiesta. Alla conferenza stampa hanno partecipato anche il comandante provinciale dell’Arma Antonio Di Stasio e il capo della Mobile di Palermo Rodolfo Ruperti.