Usare i fondi Ue per un piano anti dissesto idrogeologico in territori fragili come quelli italiani a cominciare dalla Sicilia per esportare al reso del Paese il modello avviato proprio nell’Isola. E’ la proposta italiana per cambiare le regole dio impiego dei fondi comunitari.

“L’incontro è andato molto bene e si è incentrato proprio sulla mia proposta di sottoscrivere una cooperazione rafforzata per avviare e accelerare gli investimenti contro il dissesto idrogeologico nel nostro Paese” ha detto il ministro per il Sud Barbara Lezzi al termine del vertice di ieri con la commissaria alla Politica regionale Corina Cretu. “Vorremmo mettere a sistema le risorse europee e nazionali seguendo un piano redatto dal Ministero dell’ambiente, coinvolgendo tutte le regioni disponibili, per essere più celeri e superare le lentezze che a volte ostacolano la spesa”, spiega Lezzi.

“Abbiamo già utilizzato uno strumento simile con la Sicilia, con cui abbiamo sottoscritto una cooperazione rafforzata fra il presidente Musumeci e la commissaria che ha portato a superare i nodi che ostacolavano la spesa. Ora tutto questo lo dobbiamo rifare con le norme che riguardano il dissesto idrogeologico”.

Durante l’incontro è stato toccato anche il tema della lentezza con cui vengono spese le risorse nel Sud Italia. “Nella Legge di bilancio abbiamo istituito una centrale con 300 tecnici che si occuperanno di stare accanto anche al più piccolo dei comuni, per aiutarli fin dalla fase di progettazione di opere e infrastrutture di cui il Sud ha bisogno”, ha detto la ministra, “esiste un problema ma c’è anche la tendenza a volerlo superare, e questo è stato riconosciuto e apprezzato dalla commissaria”.

“È una follia” mantenere il legame fra il rispetto dei vincoli di bilancio europei e il possibile blocco dei fondi strutturali erogati a un Paese, la cosiddetta ‘macrocondizionalità economica’” ha poi aggiunto Lezzi commentando il voto espresso ieri dalla commissione Sviluppo regionale del Parlamento europeo sulle norme che regoleranno sette diversi fondi Ue dal 2021.

“I fondi comunitari, soprattutto quelli per le politiche di coesione, servono a ridurre il divario che esiste all’interno dei Paesi – ha continuato Lezzi – con una decisione di questo genere non si fa altro che penalizzare la parte più povera e fragile dei Paesi. Questa non è la soluzione, che invece sarebbe rivedere le regole e non farsi dispetti reciproci. Se un Paese ha bisogno di contrastare un ciclo economico avverso ha il diritto di farlo e accedere alla flessibilità in maniera obiettiva, con un ragionamento sereno”.

Pur evidenziando che l’argomento non è stato toccato durante l’incontro con la commissaria Ue Cretu, ministro ha sottolineato che l’Italia continuerà a portare avanti il negoziato sul bilancio 2021-2027 dell’Ue “in maniera determinata, perché non ci piacciono alcuni criteri di assegnazione dei fondi che danneggiano il nostro Paese”.

E dalla Commissaria arrivano aperture al piano contro il dissesto. “Ho detto al ministro Lezzi che valuteremo la sua proposta di creare un meccanismo di cooperazione rafforzata per velocizzare l’utilizzo dei fondi europei contro il dissesto idrogeologico. A livello politico siamo pronti ad aiutare, ma dobbiamo vedere cosa è possibile fare a livello tecnico”.

“Abbiamo deciso di organizzare un gruppo di lavoro in modo da incontrarci il prima possibile con le autorità italiane ed esaminare esattamente cosa fare. Sarebbe il primo meccanismo di questo tipo in Europa” ha continuato la commissaria, che oggi visita il Centro comune di ricerca di Ispra.

“A inizio febbraio andrò in Sicilia, regione dove credo che la task force messa in piedi nei mesi scorsi per accelerare l’assorbimento dei fondi abbia dato i suoi frutti”, ha annunciato Cretu, che dice però di continuare “a non capire perché l’Italia sia contraria alla proposta della Commissione Ue per il bilancio dopo il 2020. A fronte di tagli del 10% alla politica di coesione, l’Italia sarebbe uno dei pochi paesi che prenderebbe più risorse invece di perderle”.

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