Prosegue al Teatro Savio di Palermo la stagione sotto la direzione artistica di Ernesto Scirè. Dal 22 al 24 febbraio, andrà in scena l’ennesima trasposizione teatrale de Il gufo e la gattina, tratta dall’opera di Bill Manhoff e resa celebre nell’omonimo film commedia del 1970, interpretato da Barbra Streisand e George Segal (per la regia di Herbert Ross).

Una storia che destò allora scalpore tra il grande pubblico per le tematiche trattate, innanzitutto il sesso e la moralità. Non disgiunte da aspetti sempreverdi nelle riflessioni umane, dalla solitudine alla incomunicabilità passando (nella versione originaria) per le tematiche interrazziali.

E’ la storia di Felix e Doris (alias il gufo e la gattina), rispettivamente interpretati dai bravi Pietro Longhi e Rita Forte. Due mondi diametralmente opposti, due distanze siderali, accomunate da una solitudine che ne incastona le rispettive vite in una sintesi che ne fa convivere, appunto, le diversità in una “bellissima storia d’amore”. Che farà di Felix, scrittore ma, per mantenersi in vita, commesso di una libreria, con la sua scontrosa tenerezza e apparentemente insensibile alle donne, un universo con cui si confronta e scontra Doris, la gattina, attricetta-squillo di poco talento e priva di adeguati strumenti culturali.

Nella integrale versione cinematografica, cacciata dal suo appartamento dal proprietario, a causa della denuncia resa da Felix, che nota un certo movimento ambiguo a motivo degli incontri occasionali della donna, Doris si presenta a casa del suo vicino con le valige: qui, un litigio tra i due porterà la coppia a essere nuovamente sfrattata (e ospite d’un amico diFelix).

Il testo di Lorenzo Gioielli è assai scorrevole e magistralmente interpretato dalla coppia di collaudati artisti che pare «se lo siano cuciti addosso». La misantropia di Felix è resa con eleganza grazie al suo colto eloquio, a dispetto dei turpiloqui declamati da Doris. Alla fine, malgrado il connubio d’amore, ognuno rimarrà se stesso pur accogliendosi reciprocamente (ed è anche questa la magia del teatro, giacché – si sa – le diversità non sempre nella realtà si compensano reciprocamente!). Per la cronaca, la commedia brillante che andrà in scena al Savio, fu portata in Italia nel 1968 da Walter Chiari (con Paola Quattrini), ma la versione più celebre è quella con Ivana Monti (nei panni di Doris), sempre con Walter Chiari, si alternarono anche, le brave e belle Alida Chelli e, nel 1990, Lory Del Santo, ndr). Una versione teatrale più recente, nel 1998, sarà quella della coppia Gianfranco D’Angelo e Brigitta Boccoli.

Scene di LolloZolloArt e costumi di Alessandra La Mantia. Regia di Silvio Giordani.