‘Resterete per sempre nei nostri cuori’. E’ la scritta comparsa nel sottopassaggio principale di accesso e deflusso pedonale del quartiere Zen di Palermo. Campeggia sotto una gigantografia  che ritrae le due vittime del delitto di giovedì scorso, padre e figlio. Il sottopasso è diventato una sorta di ‘altarino del ricordo’. Corone di fiori, scritte, messaggi, lumini accesi.

Intanto gli inquirenti continuano a indagare, anche dopo al confessione dell’assassino, responsabile dell’omicidio di Antonino e Giacomo Lupo, padre e figlio assassinati giovedì scorso a Palermo.

Il giorno dopo il delitto si è costituito Giovanni Colombo, un ragazzo del quartiere già condannato per una rissa in discoteca in cui perse la vita un giovane medico.che

Alla polizia Colombo – che graviterebbe nel mondo dello spaccio, attività molto redditizia nel quartiere Zen dove l’indagato e le vittime risiedevano – ha raccontato di aver sparato per salvarsi la vita: avrebbe avuto una lite con uno dei figli della vittima e poco dopo i Lupo si sarebbero presentati sotto casa sua per un “chiarimento”.

La discussione sarebbe degenerata e Colombo, per difendersi, avrebbe fatto fuoco. Gli inquirenti, però, stanno cercando di capire se il reale movente del delitto sia invece legato a contrasti per la gestione delle piazze di spaccio nella zona.

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