E’ stato ricoverato per quindici giorni al pronto soccorso dell’ospedale Cervello di Palermo per una polmonite. Due settimane da incubo per un paziente palermitano di 82 anni.

Nel corso della degenza ha avuto più volte rubato il cibo e le bevande e soprattutto non ha più trovato la dentiera. Per la famiglia un dramma nel dramma di una permanenza in ospedale trascorsa, non in una corsia di ospedale come era giusto attendersi, ma prima in una stanza utilizzata per le visite e poi il resto in corridoio in una barella.

Tutto senza alcuna privacy in balia di quanti arrivavano all’aerea di emergenza per ogni tipo di intervento con il rischio debilitato come era di contrarre altre malattie.

“Ecco come funziona la sanità in Sicilia – racconta il figlio – Per mio padre non c’è stata mai la possibilità di un ricovero in corsia. E’ davvero scandaloso quello a cui ho assistito in quei quindici giorni. Io gli portavo alcune cose per mangiare che venivano regolarmente rubate da qualcuno senza alcun pudore. E poi l’assistenza, Nel corso della degenza a mio padre sono spuntate tre piaghe da decubito. Ovviamente in ospedale non c’era traccia di un materasso antidecubito”.

Tra gli aspetti più deplorevoli la perdita di una dentiera molto costosa che adesso la famiglia sarà costretta e pagare di nuovo. “Non esiste la possibilità di avere un armadietto con un catenaccio. Nulla tutto l’occorrente era in un borsone che è stato più volte svuotato – aggiunge il figlio – Pur di curare mio padre abbiamo dovuto accettare queste condizioni che sono lontane da un’assistenza sanitaria decente. Quando leggo ricovero da incubo adesso so di cosa si tratta e ho il massimo rispetto per i poveri pazienti che sono costretti a recarsi in una struttura pubblica che offre questi standard che sono inaccettabili”.

 

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