Per la prima volta a teatro una pièce ispirata alla famosa leggenda siciliana delle Teste di Moro. Debutta venerdì 26 Aprile, alle ore 21.15, al Teatro Sant’Eugenio di Palermo – Direzione Artistica Pupella – “Teste di Moro”, scritto da Lavinia Pupella e Mirko Ingrassia, per la regia di Luca D’Angelo.

La leggenda è abbastanza nota: intorno all’anno 1000, una giovane siciliana, concupita e ingannata da un moro saraceno, scoprendo che questi famiglia avìa nel suo paese d’origine, presa da folle gelosia lo uccide e gli taglia la testa con una scimitarra; pone la testa del bel moro sul davanzale del suo balcone piantandoci sopra dei semi di basilico; la giovine ogni giorno innaffia la pianta con le sue lacrime e il basilico cresce rigoglioso tanto da suscitare la “mmìria” delle vicine che a loro volta si fecero realizzare dei vasi in ceramica a forma di testa di moro. Questa è una delle tante versioni della leggenda che riecheggia attorno ai famosi vasi.

Una donna innamorata che, tradita ed ingannata da un moro saraceno, trova nella vendetta la sua gloria e la sua stessa irreparabile follia; emotivamente strappata al senno, una donna in corto circuito incapace di sopportare la ferita della menzogna. Attorno alla fanciulla protagonista si susseguono e inseguono le vite degli altri personaggi che inevitabilmente ne determinano carattere e umore; gli autori strizzano l’occhio alla “théorie des climats” di Montesquieu secondo la quale ognuno di noi è influenzato dall’ambiente che lo circonda e dal suo stesso clima, e un’opera ambientata in Sicilia non può che generare personaggi passionali ed ardenti.

“Abbiamo dato al manoscritto un taglio quasi cinematografico, non potendo adeguare il susseguirsi della vicenda alle tre regole care ad Aristotele, pur mantenendo il rigore teatrale e lo scopo catartico dell’opera”, spiegano gli autori Lavinia Pupella e Mirko Ingrassia. “Abbiamo preferito – aggiungono – una scrittura contemporanea che vuole mantenere il garbo di quella antica, affidando innesti di dialetto siciliano a quei momenti in cui la storia rivela un rivolo di esuberanza. L’unicità di quest’opera – proseguono – sta proprio nel fatto che mai prima d’ora la leggenda delle teste di moro aveva avuto vita teatrale”.

Il fiore all’occhiello del cast, oltre agli stessi autori che interpretano Clotilde Leonforte (la siciliana) e Jussef (il moro saraceno) è Mario Pupella che riveste i panni dello spietato padre di lei, insieme con Daniela Pupella, Leonardo Campanella, Sandra Zerilli, Vincenzo Pepe, Massimiliano Sciascia, Paola Di Marco, Irene Enea, Enrica Garofalo, Francesco Grisafi e Francesco Russo, 13 attori in scena, accompagnati da un corpo di 7 danzatori, Natalie Chifari (che cura le coreografie) Laura Melluso, Giulia Gulotta, Aurora Cottone, Sefora Sancarlo, Frida Bonafede e Giuseppe Caracappa. La regia dello spettacolo è stata affidata al regista teatrale Luca D’Angelo.

“Quando mi è stato proposto Teste di Moro – dice Luca D’Angelo – sono stato subito incuriosito dalla sua non convenzionale struttura drammaturgica e dalla sfida che ne poteva nascere in un sua eventuale messa in scena, sotto il profilo registico e scenografico, alla luce anche della frenetica successione delle scene che raccontano nella loro cronologica scansione una leggenda/favola dal sapore noir. Anima e sangue – aggiunge – connotano la storia in un gioco di specchi in cui i personaggi sorridono con un ghigno irriverente ad una realtà piuttosto amara e distorta che diviene fattuale nella continua ricerca della propria sopravvivenza, in un tempo oscuro pregno di cattiveria ed inganno. Il cinismo, a volte contornato da una pavida e cruda ironia, è emblema di un tempo passato, sempre più attuale, che in una veste dogmatica riporta all’immaginario di ognuno di noi un tempo vissuto in una realtà stereotipata all’interno del carillon della vita”, conclude.

Prima nazionale al Teatro Sant’Eugenio di Palermo il 26 aprile alle ore 21.15. Replica il 27 Aprile alle ore 21.15 e domenica 28 Aprile alle ore 18.15.

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