Per la Fns Cisl, in Sicilia “siamo in piena emergenza penitenziaria”. Dei sessantamila detenuti nelle carceri di tutta Italia, nell’Isola ne sono reclusi 6600, 250 in più del massimo tollerabile. Per di più, il ministero di Grazia e Giustizia non colma i vuoti delle dotazioni organiche. A mancare all’appello nella regione, 480 posti. Violenze negli istituti di Enna e Agrigento

Prima a Enna poi ad Agrigento. Si ripetono nelle carceri siciliane le aggressioni nei confronti del personale di polizia penitenziaria. Così nei giorni delle festività pasquali, denuncia la Fns Cisl Sicilia, due poliziotti nel reclusorio di Enna sono stati colpiti e feriti a opera di un detenuto violento. Analogamente ad Agrigento a essere rimasto vittima, un agente impegnato “ad assicurare la necessaria efficienza, richiesta dal servizio”.

“Quanto basta per far gridare al sindacato che «siamo in piena emergenza penitenziaria”, con le parole del segretario della federazione Cisl, Mimmo Ballotta. “La situazione in Sicilia – spiega Ballotta – è estremamente difficile e complessa. Dei sessantamila detenuti nelle carceri di tutta Italia, ne sono reclusi nei penitenziari dell’Isola circa 6600, 250 in più del massimo tollerabile. Per di più, a differenza che in altre realtà, il 65% dei carcerati in Sicilia sono condannati definitivi e un numero molto importante sono reclusi ad elevato indice di pericolosità sociale». La Fns Cisl Sicilia protesta perché l’amministrazione penitenziaria non colma i vuoti delle dotazioni organiche. Il personale in servizio nell’Isola è calcolato dal ministero di Grazia e Giustizia in 4203 unità. Per il sindacato, questo dato non riflette la realtà. Perché «la presenza effettiva di poliziotti nelle carceri siciliane ammonta a 3720 unità”. Così a mancare all’appello sono circa 480 posti: “480 poliziotti che esistono solo sulla carta». Insomma, una situazione d’emergenza per la quale il sindacato «sollecita a intervenire chi ha la responsabilità, a ogni livello. A partire dal ministro Bonafede”.