“Picchia mio figlio, lo obbliga a stare in piedi e gli ha fatto saltare la merenda e tratta tematiche politiche in classe con nozioni ‘comuniste'”. E’ l’accusa di una madre di un alunno di terza elementare del Catanese che ha portato alla sospensione della maestra per due giorni, ma solo per uno scappellotto che avrebbe dato al ragazzino e non per il presunto plagio politico.

La maestra rigetta tutte le accuse. “Non ha fatto mai politica – contesta il suo legale – ha solo letto il Diario di Anna Frank in classe”.

Mio figlio “si è risentito quando ha ricevuto lo scappellotto”, scrive la madre su Whatsapp alla maestra dopo le lamentele del bambino. E la maestra replica: “Anche io mi risento quando mi fa sgolare perché non ha studiato o devo rimproverarlo continuamente perché sempre disattento”. E’ il contenuto dei messaggi che si sono scambiati sul social network la madre e l’insegnante dell’alunno che sarebbe stato colpito con uno scappellotto dalla maestra poi sospesa due giorni dalla scuola elementare del Catanese in cui lavora. “E comunque lo scappellotto è dato sempre in modo affettuoso – scrive ancora la maestra in un messaggio il cui screenshot è allegato alla denuncia alla dirigenza scolastica – specie se gli ho ripetuto come fare una cosa 10 volte. Non sono la baby sitter. E dovreste interessarvi di più al loro profitto scolastico”.

Nella memoria difensiva la maestra ha sostenuto che lo scambio di messaggi non riguardasse il giorno dell’accaduto, l’8 febbraio scorso, ma un’altra data. Ma la dirigente nel provvedimento sottolinea come l’insegnante su questo tema “non ha prodotto alcuna prova di ciò che afferma”.

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