I nomi di Pietro Bartolo e Mila Spicola candidati del Pd alle Europee in Sicilia e Pietro Bevilacqua candidato de La Sinistra nella circoscrizione Sud compaiono fra i firmatari del manifesto del Forum delle Associazioni Familiari ma la loro firma in calce a quel documento sarebbe un clamoroso errore.

Per due di loro si può parlare di giallo visto che smentiscono di averla mai apposta mentre per una terza di equivoco o clamorosa disattenzione.

La vicenda, portata a galla da un articolo di Gaypost viene ripresa in un post pubblico su facebook  di Dario Micalizio, Presidente del Forum delle Associazioni Familiari della Sicilia che però fa riferimento solo ad uno dei protagonisti.

Ma andiamo per ordine. Gaypost racconta nella giornata di ieri, in pieno clima di celebrazioni per Falcone condite da polemiche e dunque con l’attenzione mediatica spostata altrove, delle tre firme di sinistra comparse nel manifesto. Subito arrivano le reazioni.

Non riconosco la mia firma – scrive Bevilacqua a Gaypost –. Quel manifesto contiene idee e proposte che sono lontanissime dal mio sentire e dalle mie posizioni ideali e politiche”.

Ho appreso della mia firma dal vostro articolo – scrive invece Pietro Bartolo sempre a Gaypost – e, non avendo io aderito a questo appello ovvero non avendo inviato la mia adesione, correttamente ho provveduto a contattare voteforfamily per far rimuovere la mia firma”.

Diversa la reazione di Mila Spicola anche perchè si tratta di una nota femminista, impegnata nelle battaglie per i diritti e che anche al Miur si è occupata di educazione di genere a scuola e in generale di diritti lgbt+, autrice di un documento contro il forum di Verona. Insomma ideologicamente nessuno di più lontano.

A Gaypost annuncia il ritiro della firma che avviene poco dopo. E a confermarlo ci pensa Micalizio. “Ci ha scritto la candidata per le elezioni Europee prossime, la prof.ssa Mila Spicola – scrive Micalizio su facebook – che nei giorni scorsi aveva sottoscritto il documento preparato dal Forum delle Associazioni Familiari. Siamo molto rammaricati!!!”

Micalizio poi pubblica il breve testo con il quale la Spicola chiede di ritirare la propria firma.

“Mi scuso dell’inconveniente, avevo letto non attentamente il manifesto e alcune tesi del manifesto non sono da me condivise. Sono tra le persone che ha lavorato all’introduzione dell’educazione alle differenze a scuola, e son una sostenitrice della legge dell’aborto, certamente come legge di prevenzione, ma assolutamente come legge da garantire per tutelare la libertà di autodeterminazione delle donne, sono anche vicina a tutte le associazioni lgbt, e dunque aperta a tutte le famiglie di affetti. Chiedo dunque di ritirare la mia firma dal manifesto, grazie mille.
Mila Spicola”.

Tutto chiaro, dunque, per quel che riguarda Spicola incappata in un equivoco mentre per gli altri due si può ben parlare di giallo. Come c’è finita lì quella firma? Dall’entourage di Bartolo fanno sapere di aver avuto rassicurazioni circa una verifica dei fatti da parte del Forum proprio per verificare cosa sia accaduto. Una vicenda che getta, quantomeno, un po’ di confusione nell’agone elettorale.

Dal Forum della Calabria, invece, ci tengono a precisare che l’adesione al manifesto da parte del prof Bevilacqua è avvenuta non apponendo una firma ma con una mail di conferma girata attraverso un collaboratore. Il contenuto di quella mail viene considerato inequivocabile “Mi sembrano rivendicazioni giuste a apprezzabili. Certo è eccessivamente incentrato sulla famiglia – scrive Bevilacqua in merito al manifesto – ma ha sempre uno sguardo che dalla famiglia abbraccia il resto della società. Scusa la laconicità, ma sai in che turbine mi trovo” la mail si conclude con i dati richiesti per l’adesione che qui omettiamo nel rispetto della privacy

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