Ormai è guerra senza quartiere. Le punture di spillo prima, gli scontri abbastanza chiari anche se senza nome e cognome poi, gli attacchi in campagna elettorale infine hanno lasciato spazio ad una faida diretta e senza esclusioni di colpi. Quella che è andata in scena ieri sera all’Ars è l’apertura delle ostilità ‘frontali’ fra gli uomini di Miccichè ed il Vice Presidente della regione Gaetano Armao. un attacco che. comunque vada, non può finire bene. Lo scontro frontale, infatti, ha messo il Presidente della Regione nelle condizioni di dover difendere il suo vice.

A portare l’affondo, ieri, è stato il capogruppo di Forza Italia Giuseppe Milazzo, fedelissimo di Gianfranco Micciché in procinto di andare a Bruxelles. In discussione c’era l’accordo Stato Regione sulle province e Milazzo ha attaccato senza mezzi termini  personalmente Gaetano Armao. Milazzo ha giudicato “fallimentari” i negoziati condotti da Armao con lo Stato sulle ex Province e ha sostenuto che se ci fosse stata una mozione di sfiducia l’assessore non avrebbe avuto copertura politica da parte di Forza Italia.

Ma per il presidente dell’Ars non c’è nessuna crisi “Ieri è accaduta una cosa non ottima, c’è qualcuno che a mio avviso giustamente si è arrabbiato con qualcun altro” ha detto rispondendo ai cronisti che gli hanno chiesto contro proprio dell’affondo di Milazzo.

Ai cronisti che gli hanno ricordato che lui stesso aveva definito durante la campagna elettorale per le europee Armao un ex assessore, Miccichè ha replicato: “Ci sono persone che ho definito ex uomo, tutto sommato meglio ex assessore che ex uomo”.

Ma poi il commissario di Forza Italia ammette di voler sostituire qualcuno “Rimpasto significa che cambia la compagine di governo. Il cambio di un assessore di un partito con un altro di uno stesso partito si chiama cambio di un assessore e non rimpasto” dice però  Miccichè, che aggiunge “Ci saranno cambi di assessori? “Cerrrrto”.

Ma già ieri sera il Movimento Diventerà Bellissima prima e lo stesso Musumeci dopo avevano stoppato le smanie azzurre “L’ho detto e lo ripeto: l’accordo finanziario tra la Regione ed il governo centrale non entusiasma nessuno, ma è il miglior risultato che potevamo ottenere nelle condizioni date. Un esito, per il quale voglio ringraziare ancora l’assessore all’Economia Armao, peraltro già illustrato a tutti i gruppi parlamentari all’Ars nella seduta del 4 giugno. Non sono abituato a mettere il naso nelle vicende interne delle forze politiche, ancorché alleate, e perciò mi astengo dall’esprimere qualsiasi giudizio sulle valutazioni fatte oggi in Aula. Sono certo che i sentimenti e i risentimenti elettorali, a tre settimane dal voto, cederanno il passo al duro, difficile e responsabile lavoro che attende tutti, coalizione e opposizione. I siciliani non capirebbero altrimenti”.

E sul rimpasto non si sbilancia,oggi, anzi finge di non capire aggiunge “Dipende quello che vorrà fare Salvini con Di Maio…”. Poi abbandona i toni sarcastici e diventa serio quando gli fanno notare che ormai sembra proprio crisi di governo “Possibile che l’unico che non si sia accorto che c’è una crisi di governo sia proprio il presidente? Ma occupiamoci di cose più serie, vi prego… vi prego”.

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