“Una polpetta avvelenata che rischia di mandare in tilt i conti già disastrati della Regione. Sono stati fatti male i conti, le responsabilità, sia politiche che amministrative, della gestione Armao dell’assessorato all’Economia sono più che evidenti”.

Partono all’attacco i deputati 5 stelle all’Ars, componenti della commissione Bilancio. Sergio Tancredi, Luigi Sunseri e Stefano Zito, dopo aver appreso della notizia di ulteriori 400 milioni di buco nei conti della Regione riportata da BlogSicilia.

Il ‘nuovo buco’ in realtà è frutto di errori del passato per lo più risalenti agli anni ’90 e l’assessorato, in questi mesi, ha rimesso a posto le carte, trovato le incongruenze e le anomalie, presentato una rettifica lavorando con la Corte dei Conti su ben 30 anni di esercizi. Ma la copertura dovrà trovarla questo governo e non sarà facile.

Ma per i 5 stelle le responsabilità sono anche di questa governo “E’ questa – afferma Tancredi – una notizia veramente preoccupante, che ha precise responsabilità politiche ed amministrative. E’ di tutta evidenza che queste somme siano riconducibili alla cosiddetta ripulitura dei bilanci dai residui e pertanto andavano inserite tra quelle da spalmare nel trentennio. Se ciò non è avvenuto è chiaro che ci sono precise colpe dell’assessore Armao e degli uffici di sua diretta dipendenza. E’ assurdo che solo ad agosto vengano fuori discrepanze così consistenti tra conti reali e supposti, senza che nessuno se ne sia reso conto prima”.

“E’ pure assurdo – commenta Tancredi – che dobbiamo avere a che fare sempre con conti asfittici perché non ci vengono riconosciuti i crediti spettanti dallo Stato. A tal proposito vorremmo sapere a che cosa è servito il lavoro della commissione sul disavanzo se poi non ha determinato alcuna azione per definire e compensare queste mancanze attraverso una interlocuzione della Regione con lo Stato centrale”.

“L’unica cosa che questo goveno ha saputo fare – aggiunge Sunseri – è stata quella di andare col piattino in mano a Roma. Non c’è l’ombra di una riforma vera sul tappeto. In questo modo la Sicilia non vedrà mai la luce e si creeranno gravi squilibri intergenerazionali”.

“Purtroppo, ormai – conclude Zito – stiamo facendo il callo alle amare sorprese di questo tipo: più si scava nei conti della Regione, più il buco è destinato ad allargarsi”.

E mentre di dibatte sui conti, sul buco di bilancio e sulle responsabilità, la Regione paga premi di produzione in media da 6mila euro ciascuno ai propri dipendenti mentre, su un altro fronte, ne difende capacità e quantità.

“Bravi, bravissimi, praticamente perfetti. Peccato che di tutta questa efficienza si accorga, puntualmente, solo l’ufficio paga della Regione, mentre di essa non c’è la più flebile traccia nell’operato degli apparati regionali, anzi” commenta sarcastico Giancarlo Cancelleri.

“Questo – afferma il deputato – è l’ennesimo schiaffo a chi non arriva a fine mese, un assurdo malcostume che denunciamo da anni, senza che nulla sia mai cambiato, anche con il governo Musumeci che, come i precedenti, ha praticamente dato il via libera a giudizi fasulli che assolutamente nulla hanno a che fare con le performance effettivamente rese”.

“Anni fa – continua Cancelleri – una minuziosa nostra indagine, curata dal nostro ex deputato Giorgio Ciaccio, fece venire alla luce incredibili paradossi che, giustamente finirono alla ribalta dei media nazionali: tra le motivazioni che contribuivano a fare scattare i premi di produttività per i dirigenti c’era anche il semplice invio di mail, praticamene il minimo sindacale per chi lavora in ufficio, che però veniva remunerato a peso d’oro. Ciò accade ancora oggi? Possibile. Di certo nulla è cambiato: fenomeni erano i nostri dirigenti con Crocetta, fenomeni sono ancora con Musumeci, che continua ad avallare premi in parecchi casi immeritati”.

“Il paradosso nel paradosso – continua il deputato – sta anche nel comportamento di Musumeci, che di recente ha invitato i dirigenti a rendere più efficienti i dipartimenti, le aree e i servizi loro affidati, perché evidentemente non era soddisfatto di come li facevano funzionare. Come fa ora a premiarli? Ce lo spieghi, e soprattutto lo spieghi a i siciliani. Intanto si adoperi per istituire l’atteso organismo di valutazione indipendente, che potrebbe scrivere una volte per tutte la parola fine a questa indecenza”.

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