Siete stanchi del folklore e della retorica che in genere abbondano nelle rappresentazioni della Sicilia e cercate una raffigurazione dell’isola lontana dagli stereotipi e dai luoghi comuni, diversa da quella da cartolina? La potrete trovare in “Sicilia d’autore”, la raccolta di racconti, da poco nelle librerie, curata dalla scrittrice e pittrice di origini indiane Gabriella Kuruvilla ed edita da Morellini.

In “Sicilia d’autore” dodici scrittori raccontano la Sicilia da angolazioni diverse, mai scontate, senza nulla concedere all’ovvio e ai topoi ricorrenti. Col risultato che, letti i dodici racconti, crescerà nei lettori (soprattutto tra quelli più “maturi”) la consapevolezza che la Sicilia si sta liberando dalle catene in cui è stata avvolta, ed è avvolta, da una narrazione di comodo e superficiale ancorata a troppi pregiudizi e banalità seriali.

Nella silloge di racconti curata dalla Kuruvilla l’antico s’intreccia col nuovo. Da un lato in alcuni racconti riaffiorano suggestioni, miti, tradizioni e usi del passato, dall’altro in più di un racconto emerge la Sicilia di oggi con i problemi coi quali ci si dibatte ogni giorno. Così se ne “La porta segreta” di Giuseppina Norcia –un racconto sospeso tra il reale e l’onirico- rivivono i miti di Ade, Proserpina e Ciane, in “Niuri” di Gabriella Grasso viene alla luce una Sicilia sempre più multietnica in cui la protagonista si strugge nell’amore (non ricambiato ) per un “niuro”; se nella “Marchesa Adele Cicé” di Vito Ribaudo ritorna la Sicilia rurale del latifondo, in tanti altri racconti a prevalere è la realtà urbana, soprattutto delle periferie: l’Arenella nella Palermo di Vanessa Ambrosecchio del suo “Guardali” – un tributo al coraggio e all’abnegazione degli insegnanti in quartieri difficili – San Berillo nella Catania di Sal Costa del “Nazario Sauro”, un racconto impregnato di amara ironia che tocca per mano, con partecipe emotività, contesti sociali degradati in cui si sente l’eco della mafia.

Tra i tanti temi presenti in “Sicilia d’autore”, quello delle feste religiose, numerose in Sicilia a fronte di una religiosità esteriore e debole, come notarono acutamente Aglianò e Sciascia. Al riguardo si segnala il bellissimo racconto di Simona Castiglione “La madonna bambina”.

In “Sicilia d’autore” la maggior parte dei racconti è scritto da donne. Anche questo è un segno di una Sicilia diversa da quella che solitamente ci è offerta. Le donne, in Sicilia come nel resto della penisola, sono sempre più emancipate e creative. La cifra della scrittura nei dodici racconti pur di variegata ispirazione è sempre medio-alta e spesso espressione di una ricerca espressiva che coniuga immediatezza, tensione emotiva e felicità comunicativa.