Le minori spese rispetto a quanto preventivato su reddito di cittadinanza e quota 100 potrebbero scongiurare l’aumento dell’Iva. Lo sostiene l’attuale ministro dell’Economia Giovanni Tria nel corso di un’intervista rilasciata al Corriere della Sera.

“Ci sono margini di manovra”, ha detto il ministro. Ed ha anche aggiunto che potrebbe non essere necessario individuare altre misure per contrastare le clausole di salvaguardia che porterebbero l’Iva dall’attuale 22 al 25%.

Secondo Tria, i conti pubblici sarebbero migliori del previsto e il deficit per il 2020 sarebbe inferiore al 2,1% del Pil. Il minor deficit sarebbe da imputare alle minori spese sostenute per il reddito di cittadinanza e quota 100, misure simbolo dell’attuale governo ancora in carica per l’ordinaria amministrazione, oltre ai “maggiori incassi da fatturazione elettronica” e ai maggiori dividendi dalla Banca d’Italia.

Un “gruzzolo” che, secondo i dati di Tria, ammonterebbe a circa 6-8 miliardi di Euro utili per contribuire ad evitare il pericoloso aumento dell’Iva che porterebbe con sé un aumento generale dei prezzi di beni di consumo e accise.

 

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