Debutterà il 17 ottobre nella Sala Chaplin di via Raffineria a Catania “Casa casa” per la regia di Nino Romeo, che è anche autore del testo, prodotta da Cts e Gruppo Iarba – Gria Teatro.

“Si tratta di qualcosa che ci è entrata dentro, come una psicosi collettiva”, dice Nicola Costa, protagonista del lavoro con Graziana Maniscalco.  In scena sarà rappresentata la commedia disperata e tragica di due pensionati poco più che sessantenni che hanno scelto di fare della casa la propria volontaria prigione, spinti dalla paura instillata da una politica che semina odio e dalla progressiva perdita di umanità dovuta anche l’uso indiscriminato di web e televisione.

“Ho già lavorato con Romeo – spiega Costa – all’allestimento di suoi testi, che tende a reinterpretare, da regista, conducendo gli attori, passo dopo passo, con un lavoro attento alle sfumature, a un’interpretazione sempre più efficace. Con Casa Casa siamo partiti da un’impostazione tecnica che mi ha consentito di star dentro all’azione scenica e, contemporaneamente, di osservarmi. Il regista ci ha chiesto di evitare le caratterizzazioni, proprio per far emergere quel malo sentire di cui parlavo e che abbiamo accumulato dentro. Un’operazione che ci ha consentito a poco a poco di rendere la complessità di quella che appare in certi casi come una psicosi collettiva. E il finale spiegherà cosa significhi quel sottotitolo, Una prova d’amore”.

L’elaborazione musicale e la composizione sonora dello spettacolo portano la firma di Giuseppe Romeo e le canzoni sono quelle di Jacques Brel. Le luci sono dello stesso regista, la direzione tecnica è di Giuseppe Ghisoli e la realizzazione delle scene di Karromatto.

“La vicenda dei due protagonisti – aggiunge Nino Romeo – a me appare emblematica: non sono macchiette né caricature e il loro malo sentire lo ritroviamo, sordido, non soltanto negli anziani, che sono comunque i più fragili, i più esposti a questo fenomeno, ma in tutte le fasce d’età. Sono tanti gli episodi di cronaca che ci dimostrano come, nonostante tentiamo di comprimerlo, nasconderlo, questo ‘malo sentire’ possa esplodere in maniera irrefrenabile e violenta”.

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